Ho finito di leggere il libro di Paul Watzalawick 'Guardarsi dentro rende ciechi' che riprende in sostanza il libro 'Pragmatica della comunicazione' e 'L'arte del cambiamento'. Watzalawick grande studioso della comunicazione ci mette in guardia sulle trappole che troviamo nella relazione verbale. Gli studi di Watzalawick sulla comunicazione e sulle interazioni personali, sono fondamentali per la comprensione del comportamento umano.
Quindi ritroviamo nel libro tutti i temi affrontati precedentemente: il paradosso del Doppio Legame (1962); le ingiunzioni; i giochi relazionali; le interazioni metacomunicative; le terapie brevi o problem solving...per arrivare in sostanza alla conclusione che tutto ciò che appare immodificabile può essere cambiato. Così la svolta non origina da un percorso di introspezione -quello che si chiama insight- che scopra le cause di un problema nel passato; ma si tratta piuttosto di lavorare sui disturbi nel presente utilizzando il linguaggio come mezzo di suggestione e persuasione al cambiamento. Sfruttando le enormi potenzialità della comunicazione umana è possibile dare fiducia a chi è in difficoltà. Una volta abolite le etichette che condannano per sempre un paziente alla sua malattia o semplicemente alla sua difficoltà, sarà possibile costruire una realtà migliore.
Ricordo oltre a questo libro, appena letto, anche 'Istruzioni per rendersi infelici' e 'Di bene in peggio': libri che affrontano i nostri schemi mentali nell'interagire con il prossimo e che poi sono alla base dei nostri comportamenti.
Paul Watzalawick è un conferenziere brillante e con i suoi testi riesce a far cogliere al lettore le varie situazioni comunicative, i loro disturbi, i paradossi, gli aspetti irrazionali in modo semplice.
La parte finale del libro è basato sulle sue ricerche nel campo del costruttivismo e della terapia breve. Lui rispondendo a interlocutori psicoanalisti tradizionali dice di sentirsi sempre junghiano (non dimentichiamo che completò il suo training come psicoanalista presso lo Jung Institute di Vienna), ma certo che per lui l'insight, il guardarsi dentro, non è niente di magico, ma un percorso che può avvenire attraverso altre strade e può stimolarlo...e non è detto che il passato incida poi più di tanto nella ricerca del malessere. Il qui ed ora è per Watzalawick il punto da cui partire.
A lettura ultimata io non saprei cosa aggiungere. Se si ottengono dei risultati di liberare le persone da disturbi e dinamiche angoscianti, ben vengano le terapie brevi e le diagnosi comportamentali. Un nodo resta comunque: il confronto e il rapporto dialettico con l'inconscio, il vero materiale su cui lavorare e che proprio Carl Gustav Jung riteneva ciò la via fondamentale per giungere al Sè.