L'epigenetica e la cultura dei comportamenti
La cultura scientifica aiuterebbe molto a formare umanisticamente i cittadini; aiuterebbe la cultura in generale. La scienza evolve sempre di più e insieme ci aiuta a comprendere la nostra evoluzione: l'unità concettuale dei viventi; un patrimonio comune scritto su una riga con numeri di caratteri fissi. Purtroppo però questo sapere scientifico sembra boicottato dalla politica e dalla società. Bisognerebbe cambiare e andrebbe rivalutata la cultura scientifica.
Una cosa però rende perplessi: migliora la nostra conoscenza tecnica e scientifica, ma non il nostro miglioramento interiore; il nostro progressivo avanzamento. Pare che i nostri comportamenti individuali e collettivi siano quasi fermi se non addirittura stiano indietreggiando. Insomma i nostri progressi morali e spirituali non vanno avanti. Già, i comportamenti restano di natura individuale e non sono trasmissibili e così grazie anche alla libertà che godiamo, ognuno si forma le proprie convinzioni e comportamenti civili. In fondo la storia insegna che non insegna niente.
Qualche progresso è indubbio che ci sia stato che però sembra che si possa perdere facilmente. Le guerre, le barbarie, i regimi tirannici, le stragi ci dicono quanto siano fragili le conquiste civili e morali. Qui si potrebbe aggiungere anche un aspetto che coinvolge i social network con i cosiddetti 'odiatori': un atteggiamento sociale più profondo che fa riflettere.
Sigmund Freud pensava che l'uomo restava in fondo una brutta bestia; anche se poi il suo spirito illuminista faceva mettere l'Io là dove c'era l'Es: metteva la consapevolezza, la ragione, dove c'era l'inconscio e l'irragionevolezza.
Allora si potrebbe spiegare il tutto con l'epigenetica; con la differenza dei comportamenti dovuti ad una 'impronta' che determina l'informazione di un gene convertita in una macromolecola il tutto riportato alla proteina. Insomma tutta una questione di proteine.
Così essere di destra o di sinistra è dovuto ad una 'biologia delle credenze' -titolo di un libro di Bruce Lipton che teorizza come il nostro modo di pensare influenzi il DNA e la struttura cellulare. Una teoria che forse spiegherebbe molte cose: di come il nostro modo di pensare determinerebbe il nostro comportamento anche in forma genica.
Questo allora giustificherebbe il mio razzismo uguale e contrario a quello che forma i presupposti a quella 'banalità del male'; a un razzismo e a discriminazioni che si scoprono perenni.
Questo allora sì, il mio, un 'mondo al contrario'. Un mondo che ci fa diversi e uguali nella difficile convivenza.
Questa mia sintetica riflessione testimonia una teoria dell'epigenetica per cui tra soggetti di destra e quelli di sinistra esisterebbe anche una differenza genica.