martedì, novembre 04, 2003

CONCLUSO IL FESTIVAL DELLA SCIENZA


Il grandissimo successo del Festival della Scienza fa ricredere sulle voci di analfabetismo di ritorno che spesso accompagna i nostri giovani e la società in generale, per poi non dire di analfabetismo scientifico con le moltissime persone schiave di maghi, maghetti, astrologhi e fattucchiere; ebbene il Festival appena terminato a Genova è stata un'occasione di conoscenza e di divulgazione dell'attualità scientifica di grande utilità. In questo Festival della Scienza c'è stato, a mio parere, anche quello di mettere in guardia il nostro credulismo o almeno quello che comunemente riteniamo "vero" oggi all'inizio del terzo millennio; ma insieme giustamente con la scienza si è guardato da crearne nuovi, ad esempio quello della scienza stessa. Migliaia e migliaia di persone hanno partecipato con entusiasmo a tutti gli eventi in programma; domenica 2 novembre ad esempio, penultimo giorno in programma, c'è stato un vero assalto a Palazzo Ducale dove oltre le iniziative su "Le Meraviglie della Scienza" e "Semplice e Complesso" si tenevano due conferenze.
Una delle due conferenze al Ducale era quella del prof. Enrico Beltrametti, "Oltre il determinismo - un paradiso perduto?". La conferenza è stata, sotto certi, aspetti anche un modo per rispondere al ruolo della Scienza oggi: quello di accettare di vivere senza certezze con la scoperta di non esistenza di leggi che spieghino quello che succede e succederà in modo matematico come fa il determinismo. La lezione ha spiegato come il determinismo e la capacità di previsione che prefigurava il caso come un livello di ignoranza, accompagnandoci per tutto il XIX secolo, è stato smontato dall'indeterminismo che ha trovato nella meccanica quantistica il suo fondamento. Dopo ciò gli scienziati sono ancora alla ricerca di una legge universale capace di spiegare quello che ci succede intorno e all'affermazione di Einstein su "Dio non gioca a dadi" ci troviamo punto a capo a cercare quella regola aurea che organizza e spiega la materia. Così alla fine il mistero avvolge ancora i nostri orizzonti; dunque l'aspirazione di poter governare quello che ci circonda rimane un desiderio e quell'illuministico paradiso della ragione perduto, come ha concluso Beltrametti, si può ritenere anche un inferno mancato: sarebbe ben triste la vita se sapessimo quello che ci succede in anticipo, compreso la nostra morte. Bel finale per un breve excursus sulla scienza e i suoi obiettivi: un lungo cammino di contraddizioni e di scoperte che nel tempo svelano sempre qualcosa d'altro.
Sarà per questo che continuiamo ad interrogarci su omeopatia, agopuntura, New Age, astrologia, razzismo pur sapendo che le risposte scientifiche ci sono e quantunque si continui a credere in maghi, fattucchiere, guru e impostori. Ad esempio conoscendo che noi uomini abbiamo un DNA al 99,4% uguale alla scimmia ci permettiamo di continuare ad essere razzisti.
Sarà poi per questo che il nostro progresso trovandosi a convivere con postulati diversi - uno dettato dalla fisica newtoniana (la forza di gravità) e l'altro dalla morale (opinabile, che persegue il conseguimento della felicità) - con il sapere scientifico in mezzo a mediare e sperimentare l'infinito che lo scontiamo ripetendo errori. Allora arrivederci a Genova nel 2004 con la Scienza che si ripresenterà ad illustrarci nel Festival tutto il suo sapere fin qui raggiunto.

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