La raccomandazione
La raccomandazione non so se è un vizio italiano, ma certo è quello che più caratterizza una mentalità, un costume. Con la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche a Saccà in verità scopriamo un mondo che già conosciamo…scopriamo che tutti hanno bisogno di una raccomandazione. Anche Berlusconi ha bisogno di raccomandarsi: di raccomandarsi che la sua raccomandata sia raccomandata, altrimenti c’è il pericolo che si raccomandi a qualcun altro, e allora sono guai per lui che perde le sue raccomandazioni. Quelle di lei.Nessuno è immune alla raccomandazione e non occorre essere importanti per farla e riceverla. Per tutto pare servano amici, conoscenti, favori e da un Picone qualunque si può arrivare al Papa: lo stesso Papa che ieri ci ha raccomandato alla Madonna, anch'essa utile per raccomandarci a Dio...
Ecco, la raccomandazione è anche la più varia: se ti serve un posto in ospedale, a volte, basta un barelliere o un infermiere; se ti serve lo sconto dal gommista o dall'elettrauto a volte basta un conoscente del bar; se ti serve un lavoro allora...
forse non basta neppure Berlusconi, che consiglia di sposare suo figlio.
Nel sottile gioco del dare-avere la raccomandazione è la premessa, a volte, per fare accadere le cose più turpi: non necessariamente la ragnatela del favore diventa intrigo ma di sicuro poggia su condizioni morali per quello che può succedere. Senza raccomandazione non sei nessuno: non esisti.
Siamo coscienti che la raccomandazione diventa la premessa di una società in cui non ci sono più diritti ma favori discriminanti? Non voglio fare la morale, ma i nostri comportamenti diffusi sono frutto di una cultura da sudditi, di subalterni che delegano, con il potere, lo soddisfacimento dei propri bisogni.
Ora chi ha la pretesa di governarci insiste in questo perfido gioco della raccomandazione, e non trovandola spera di aggirare il tutto con le leggi ad personam. La cultura di fondo non cambia: è quella della raccomandazione per ogni cosa.
Nessun commento:
Posta un commento