lunedì, marzo 16, 2009

Che fatica essere cattivi

E’ difficile e complicato per l’uomo fare il cattivo. Usare il male richiede uno sforzo davvero immane; continuare ad esercitare odio e malignità non lascia tempo per il sorriso. Usare invece la cortesia, la gentilezza diventa semplice e gratificante. Per questo sono portato a pensare che molti facciano e continuino a fare il male più per ignoranza che per volontà. Anzi, se ci pensiamo un po' scopriamo che spesso il male più grande è stato fatto con l’obiettivo di fare il bene per tutti. Guardate i grandi crimini della storia, dal nazismo, al fascismo, fino al comunismo, si voleva costruire società superiori in cui si sarebbe trovata la felicità e invece che disastro! Così sono anche le gabbie delle religioni che schematizzano tutti i comportamenti umani con giudizi, comandamenti e regole molto frequentemente prive di ragionevoli motivi. Tutte per farci trovare il Paradiso, la felicità...di là. Se ci pensate noi non abbiamo certo bisogno che le persone diventino musulmane, cattoliche o ebree; abbiamo invece la necessità che ognuno trovi all'interno di sé ciò che è. Per conoscerci basta guardare le nostre prigioni: riflettono ciò che è la nostra società, forse la nostra anima. Noi non abbiamo bisogno di cose esterne da possedere, ma di trovare relazioni di sincerità, di parità e d’amore…poi potremo offrire cose che a noi sono servite, ci hanno aiutato nei momenti difficili. Il rispetto per gli altri è la condizione prima per stabilire una relazione.
Ogni pensiero, parola e atto è un seme che piantiamo nel mondo. Nelle nostre vite, raccogliamo i frutti di quei semi. Se piantiamo il desiderio, il timore, la rabbia ed il dubbio, quelle cose riempiranno le nostre vite. Piantando l'amore, il coraggio, la comprensione e il buon umore otterremo che quelle cose ci tornino indietro.

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