Il ruolo di internet nelle sommosse in Nord Africa
I giovani della Tunisia, dell'Algeria e dell'Egitto stanno sovvertendo un sistema di potere che è fermo da moltissimi anni. Lo scenario che si apre nessuno sa dove porterà ma sicuramente quello che possiamo affermare niente sarà come prima.I giovani che si ribellano e scendono nelle strade sfidando una dura repressione sono i giovani che si informano sulla Rete, sono i figli islamici che vanno su internet, frequentando blog e socialnetwork.
Il dibattito è aperto e mentre il blog, 'Scene digitali', di Vittorio Zambardino si interroga sulla reale portata della tecnologia -spenta con un click- nella conquista della democrazia: 'Presto per dire che la Rete ha vinto...', altri come Antonio Ferrari sostengono invece che 'la lunga onda di internet sta liberando il Nord Africa'.
In effetti le rivolte in Tunisia, Egitto e ora anche in Yemen, stanno scatenando il Web. Quello che vediamo e leggiamo, foto, video e opinioni dei diretti interessati, viaggia attualmente sulla Rete. Intanto giornalisti, sociologi e mass-mediologi si interrogano sull'impatto che i social media hanno avuto nelle recenti vicende: è veramente una Twitter revolution?
Ho trovato in proposito un blog Haramlik; il blog di Lia, ovvero di Fulvia Maria De Feo, insegnate che vive a Genova, che ha molti contatti con Il Cairo. Questo è un reportage in italiano che riassume bene ciò che si intende per comunicazione in Rete.
A mio parere la frequentazione della Rete fa nascere una visione del mondo in maniera nuova; nasce un modello olistico, ovvero globale e unitario che si riversa in una percezione diversa dell'esistenza.
Non è un caso se la prima misura repressiva sia stata l'oscuramento delle compagnie internazionali di comunicazione, quelle che permettono l'accesso a internet.
Quello che chiamiamo globalizzazione non fa camminare solo le merci e riduce al basso i diritti, ma può essere occasione per una coscienza planetaria.
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