Si potrebbe scrivere la storia dell'umanità anche solo attraverso i flussi migratori, lo spostamento di popoli da un continente all'altro; l'invasione di popoli e tribù armate da un luogo ad un altro.
Da quando l'uomo è comparso sulla Terra non si è mai fermato. Senz'altro è il primate più diffuso sulla crosta terrestre ed è quello che, tramite tecnologia e intelligenza adattativa all'ambiente, vive in ogni zona e con qualunque clima presente. Dall'Antartide al Polo Nord non esiste luogo dove l'umanità non abbia lasciato il suo segno.
Per i grandi spostamenti di popolazioni e persone abbiamo costituito epoche ed epopee. Con gli spostamenti di eserciti e armate, abbiamo dato origine a nazioni, patrie, domini, colonie. Le culture si sono mescolate così tanto che la stessa cultura non è mai di un solo popolo, di una sola tribù, di un solo paese.
Con le guerre e le leggi dettate dal più forte sono state forzatamente spostate popolazioni da un luogo all'altro; da un continente all'altro.
L'Africa che ha visto nascere la specie umana è più di ogni altro il continente che ha subito depauperazioni e predazioni: è il continente che conserva ancora tratti originari e culture primitive...chissà che non siano ancora queste a salvarci da un equivoco progresso.
Lo spostamento di popolazioni da molti paesi in uno solo ha poi dato origine agli Stati Uniti, divenuti la più forte potenza industriale ed economica del mondo.
In questo periodo storico assistiamo all'assalto dei popoli africani verso l'Europa. Ogni giorno su imbarcazioni fatiscenti, gommoni, arrivano migliaia di persone dall'Africa. In maggioranza sono giovani, donne e bambini. Questi migranti senza documenti, formano un esercito armato solo dalla fame. Questa fame è un'arma difficile da contrastare. Queste persone sono disperate e vedono il continente europeo come la meta di un riscatto. Questi poveri mettono in conto anche la morte pur di fuggire da una condizione disumana. I territori che abbandonano sono luoghi di guerre, di carestie, di miseria, corruzione e malattie. L'occidente è in debito con loro e fa finta di non saperlo. La nostra ricchezza è la loro povertà. La ricchezza dei pochi è la miseria dei molti: molti anni fa lo diceva l'Abbè Pierre. Insieme diceva: Rinnoviamo il nostro impegno di lavorare per dare pane a quelli che hanno fame e per dare fame a quelli che hanno del pane. (La fame da dare a quelli che hanno pane si intende di giustizia).
In Italia luogo di frontiera infinita si cerca di contrastare questo nuovo esodo. Sarà difficile fermarlo e assumerà dimensioni enormi. L'Europa per questa migrazione andrà in crisi e non ci saranno manovre repressive, legislative o di austerità, finanziarie ed economiche utili ad arginare questo fenomeno.
Io prevedo che l'Europa, con questa invasione di popolazione africana, dalle dimensioni bibliche, sarà profondamente trasformata; in peggio o in meglio è da vedere. Sembrerebbe subito una contingenza negativa, di grave malessere, ma non è detto: questa massa di giovani, donne e bambini sono una linfa nuova anche nell'entusiasmo di migliorare la loro condizione e questo creerà una nuova economia che non sarà solo al servizio del mercato unico e globale. Potrebbe essere la scoperta di una dimensione umana più concreta e vicina ai veri bisogni vitali.
Chi vivrà vedrà.
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