Il libro lo schiavista di Paul Beatty fa emergere quel razzismo USA che con una fantastica previsione ha portato alla presidenza Donald Trump. In verità il razzismo denunciato dal libro lo schiavista non è caratteristica solo degli USA, ma si può affermare che in verità questo è presente in ogni tipo di società.
Il libro di Paul Beatty, che ha avuto due riconoscimenti importanti vincendo il premio National Book Critics Circle Award 2015 e pochi giorni fa il Man Booker Prize, ci dà l'occasione in maniera paradossale oserei dire assurda e insieme divertente di conoscere le ragioni di chi vive la condizione di 'nero' oggi.
Un incalzante racconto narra le vicende di Bonbon un afroamericano nato a Dickens, ghetto alla periferia di Los Angeles. L'uomo è rassegnato al destino da nero della lower-middle class. Nel suo passato Bonbon ha subito gli esperimenti sociologici del padre, single e studioso, convinto di poter risolvere i problemi della sua famiglia con degli studi sulla razza. Quando il padre di Bonbon viene ucciso in una sparatoria, lui ha un'idea ancora più radicale: ripristinare la schiavitù e la segregazione razziale a Dickens.
Questo caso viene discusso alla Corte Suprema degli USA e il protagonista, come se avesse vinto alla lotteria, verrà ascoltato come promotore e teste al dibattimento.
Il libro ha la particolarità che affronta attraverso la satira tutti i luoghi comuni di una cultura consolidata che ci fa pensare per schematismi. Paul Beatty è davvero bravo a rovesciare le cose e facendoci immergere nel conformismo estremo riesce a mostrarci la contraddizione del nostro modo di pensare. Già la richiesta alla Corte Suprema degli USA del ripristino della schiavitù e della segregazione razziale è paradossale: quel paese è stato il primo che ha scritto nella propria Costituzione che ogni uomo nasce libero e uguale...allora?
Il libro affronta con il paradosso, che nella sua contraddizione e bizzarria riporta alla verità della nostra limitazione di ragionamento.
In una società dove entrano in crisi l'identità ecco che il ritorno ai primordiali ruoli di padrone e schiavo la rivitalizzano. Ecco che l'ingiustizia sociale non deve passare i filtri della falsità perbenistica ma diventa evidente e accettata.
Bonbon, l'unico nome sopranome che sappiamo del protagonista, è anche The Sellout, -ovvero Il Venduto- che è il titolo originale del libro di Paul Beatty. Lui viene chiamato 'venduto' da Foy Cheshire membro dei Dum Dum Donut Intellectuals poiché avrebbe voluto riscrivere il romanzo di Mark Twain, Le avventure di Huckleberry Finn, mettendo la parola 'guerriero' al posto di negro e al posto di schiavo il termine “volontario dalla pelle scura”...tutto con una nuova trama riadattata: “Le avventure prive di termini spregiativi e i viaggi intellettuali e spirituali dell’afroamericano Jim e del suo giovane protetto, il fratello bianco Huckleberry Finn, mentre vanno in cerca della perduta unità della famiglia nera”. Ma le implicazioni letterarie sono molteplici. Si comprende come l'autore sia immerso totalmente nella cultura occidentale e in particolare quella statunitense e così che i richiami si fanno pregnanti e godibili sotto molti aspetti.
L’altro episodio esplosivo che da propulsione alla storia è la ‘morte’ di Dickens. Cinque anni dopo la morte del padre, la cittadina viene inghiottita dal mostro urbano Los Angeles, il cartello di benvenuto divelto, e il nome Dickens cancellato dalla carta geografica. Ormai nel quartiere ci sono più messicani che neri: è il culmine dell’opera di omologazione sociale in cui i bianchi fanno i neri e i neri i bianchi. Ormai essere neri non è più come una volta. Quindi cosa rimane da fare per salvare il salvabile della razza?
Insieme a Bonbon c'è un altro personaggio che dà forza alla narrazione comica-satirica: è Hominy Jenkins, noto per aver recitato nella famosa serie della Metro Golden Mayer 'Our gang (Simpatiche canaglie)'. Hominy Jenkins si offre a Bonbon come schiavo dopo che questi lo ha salvato da un suicidio. Hominy è il prototipo di schiavo: 'Troppo sfaticato per lavorare come ogni schiavo che si rispetti, implora il 'badrone' di frustarlo quotidianamente sulla schiena'. Questo fatto darà a Bonbon (e all'autore) di prendere in giro tutte le varianti su quanto esiste di cultura negra negli USA.
Una lettura interessante che aiuta a riconoscere il razzismo che sempre pervade ogni tipo di società.
Lo schiavista - di Paul Beatty
(editore Fazi, traduzione di Silvia Castoldi pagg. 369 euro 18,50)
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