sabato, novembre 06, 2004

stiamoci vicini

“Per favore, non generalizzate su "gli americani", e non ci abbandonate. Grazie”.
Così scrive David N. Welton, su Italians del 5 novembre. Ha ragione David non dobbiamo generalizzare, anche se mi sono convinto che per realizzare un grande cambiamento sia necessario per il popolo americano andare fino in fondo. Intendo dire andare a fondo, ovvero scendere in quell’inferno cui il loro american way of life li condanna e indirettamente condanna anche noi.
Quel modo di vivere, che gli americani non vogliono abbandonare, e che è pagato dalla popolazione di tutto il mondo, è una delle ragioni principali della loro resistenza al cambiamento. Quell’America che ha vinto ancora è l’america della bistecca e dell’hamburger; è l’america del business e del consumismo esasperato che Jeremy Rifkin ha chiamato ecocidio.
Sta proprio nella cultura della bistecca, in quell’esasperato consumo di carne; sta nell’esorcizzare la morte degli animali, riducendoli in un trito confezionato, la loro forza e insieme la debolezza: quella cultura distruggerà la vita e la Terra.
Il senso di insicurezza che accompagna poi la vita degli americani, che li porta nuovamente a infilarsi il cappello da cow boy e sfoderare la pistola come nel Far West, è la paura di perdere quello stile di vita consolidato dalla ricchezza.
Kerry aveva questa consapevolezza? Forse no. Certo è che Bush, come in Italia Berlusconi, come succede nelle democrazie è il prodotto di una volontà e di un’idea che spesso risultano una malattia o altre volte una cura. Ma chi può dirlo? Allora dico stiamoci vicini.


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