mercoledì, giugno 08, 2005

Opere d'arte

Domenica, su Italians del Corsera online, Virtuale concludeva una riflessione sull’arte moderna così: ‘Allora io stesso mi considero "un’opera d’arte" e voglio essere tutelato come la "Pietà" di Michelangelo’. Penso che tutti dovremmo considerarci opere d’arte, il fatto di essere unici e irripetibili, ci fa essere ‘opere d’arte’, di più: capolavori del creato. Poi penso anche che ognuno racchiuda in sè un potenziale artista che non si sa se riuscirà a trovare le sue forme originali d'espressione, ma comunque esprime con la propria vita una originale via all’umanità.
Il fatto di riconoscere le opere d’arte è poi un segno di riconoscimento, di lettura speculativa di qualcosa che ci appartiene già, è nostro ed indiscutibilmente sa parlare il linguaggio universale dello spirito.
Nella nostra cultura spesso c’è la tendenza di considerare le emozioni come ostacoli alla crescita; il collegamento dei sentimenti con la passione e le illusioni fanno considerare le emozioni aspetti pericolosi della vita. Le emozioni invece sono parte naturale della nostra vita tanto quanto i pensieri. L’arte ci aiuta a entrare in contatto con i sentimenti senza paure, formando esperienza umana; una esperienza verso la realtà e la verità.
L’arte moderna in verità sembra persa tra installazioni e concettuale, che forse descrivono la realtà dell’uomo d’oggi sospeso tra il possibile e quello che non c’è; ma è impossibile proprio per questo. Ci può aiutare forse la trascendenza? Non lo so, ma per me l’arte oggi ci aiuta in sostanza a stupirci, perché è ancora continuare lo stupore il solo mezzo per salvarci. Con l’arte. Con noi stessi. Senza fare la Pietà.

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