venerdì, maggio 09, 2008

Dopo i fatti di Verona

E’ possibile che a distanza di molti anni, molte morti, guerre, tragedie immani si continui a seguire idee naziste, di violenza e di morte? Se poi queste idee sono assunte da giovani, che di quel periodo storico non sanno niente, come si giustifica questa coazione a ripetere? C’è la condanna senz’altro che ha ognuno di noi nel ricapitolare la storia non solo genetica, che ha portato alla specie uomo, ma anche nei passaggi comportamentali, culturali, di costume e spirituali cui l’individuo ha cercato di superare uscendo dal branco e dall’indistinto. Purtroppo questo percorso non fa progredire in automatico: le esperienze non si tramandano, non si insegnano, ognuno deve farle sulla propria pelle.
Succede così che dei giovani, nel loro difficoltoso percorso di identificazione si blocchino alla fase del branco, si riconoscano come tifosi di una razza, di uno pseudoideale di superiorità che non esiste.
Succede così che la politica, utile a risolvere i problemi contingenti e far convivere i cittadini in pace, si divida sulla base di filosofie di fondo, per cui si passa da un traguardo di elevazione spirituale, in cui l’Uomo sappia costruire il proprio destino, o viceversa lo releghi in un oscuro limbo senza speranza: l’uomo nasce cattivo, lo rimane, e deve essere sempre bastonato…qualcuno poi più bravo degli altri ha il diritto di farlo.
Succede così di scoprire quanto il fascismo e il nazismo non siano solo movimenti politici ma stati arcaici dell’anima: il più grande freno all’evoluzione umana e alla trascendenza dello spirito.
Per questo dichiarandoci antifascisti, al di là del fascio storico, si riafferma la volontà di voler uscire dalla barbarie di avere una razza superiore, un duce condottiero come un papà mancante, e una madre castrante che ci deresponsabilizza di ogni nostra azione.
Ci fossero allora padri e madri vere, che sappiano crescere i figli nell’amore, forse una parte dell’antifascismo si sarebbe raggiunto. Il resto rimarrà comunque un percorso individuale che comporta sacrifici, introspezione, letture di libri e molta scuola di vita.

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