Regressione antifemminista
In occasione della presentazione della rivista 'Leggendaria', al femminile, avvenuta qualche tempo fa, si è parlato della condizione femminile in questo momento in Italia, anche in riferimento alle vicende delle ragazze escort. A una denuncia di Silvia Neonato sul silenzio della stampa e della televisione, e soprattutto degli uomini sullo scandaloso comportamento del premier Berlusconi, che ha evidenziato la regressione della nostra società in senso antifemminista, rispondeva Donatella Alfonso sostenendo che chi ha parlato fin'ora sono state donne, donne importanti, autorevoli come quelle citate da Silvia Neonato, ma ahimè rivolte solo ad un pubblico selezionato e già orientato come i lettori di 'la Repubblica' o dell'Unità'.E' vero stiamo assistendo nella nostra società ad una regressione in senso antifemminista. Sembra che tutte le conquiste importanti sul piano dei diritti e sui comportamenti culturali nelle relazioni intersessuali siano ricacciate indietro. Viviamo in Italia uno strano momento di maschilismo. Il nostro premier che rispolvera prima la figura latin lover e del puttaniere poi, dimostra il ritorno ad una cultura che pareva essere superata. Le donne intanto eccetto poche eccezioni stanno zitte.
Il linguaggio della politica, con il degrado che la accompagna, usa toni che offendono le donne offrendo l'immagine di donne disposte a tutto pur di arrivare al successo e fare carriera.
Un altro momento significativo del clima che si sta vivendo è dato con l'approvazione da parte della maggioranza di governo, più l’Udc, alla Camera della mozione Buttiglione che impegna il governo a promuovere una risoluzione delle Nazioni Unite che 'condanni l’uso dell’aborto come strumento di controllo demografico ed affermi il diritto di ogni donna a non essere costretta ad abortire'. Fin qui non ci sarebbe niente da obiettare se non il fatto che tale passo nasconda un attacco alla legge 194, che non costringe certamente le donne ad abortire e pone precisi limiti all’aborto fatto all'interno delle strutture pubbliche e con tutte le garanzie medico-legali necessarie.
Interessante quello che Monica Lanfranco denuncia sul sito web:
http://www.womenews.net/spip3/ 'Insomma, da qualunque parte la si guardi una donna è sempre una minus abens, e il paradosso è che su questo sono tutti d’accordo, i poteri secolari così come i poteri spirituali, che le vogliono fattrici a tutti i costi. In Italia, però, si ammette che le giovanissime ‘studino’ da escort alla nuova scuola della tv e, che, di conseguenza, date le priorità formative, i frutti già si vedono: si sta allevando una generazione della quale andare davvero fieri. Secondo i risultati freschissimi di un sondaggio della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia su 1200 ragazzi italiani la metà ritiene l’educazione sessuale ‘inutile’ e per due su tre la protezione nei confronti di gravidanze indesiderate è ‘roba da femmine’.
Andiamo su questo fronte davvero male.