lunedì, aprile 26, 2010

Nuova epoca

Ho ascoltato l'intervento di Eugenio Scalfari al Festival del Giornalismo di Perugia e concordo con lui sul fatto che siamo alla fine di un'epoca e ne iniziamo un'altra senza la memoria di quella passata: 'C'è un canone estetico ancor prima di quello morale...ma come è possibile essere rappresentati da un signore che tutte le mattine si tinge i capelli e si mette il cerone? Non è possibile!'.
Già, anch'io mi sono chiesto spesso come mai gli italiani diano la fiducia ad un uomo che poteva benissimo essere d'attualità negli anni '20 o ancor prima con tirabaffi e retina per capelli e la fama da 'tombeur de femmes', ma oggi?
Eppure l'attuale premier piace, trova consensi anche se mi è capitato di vedere che nessuno dei suoi sostenitori ricordi che cosa abbia fatto di importante mentre era o è al governo. Il suo cosiddetto 'popolo della libertà' lo ricorda solo come imprenditore palazzinaro e televisivo. Io degli oltre 7 anni di governo, di questo rappresentante del popolo, mi ricordo solo disgrazie: attentati, disastri, guerre, crisi economiche e terremoti.
A mio avviso all'origine di tutto ciò, c'è una informazione viziata, cattiva o distorta: c'è un giornalismo soprattutto televisivo che spettacolarizza e rende 'spot' la politica; là dove ci dovrebbe essere ragionamento, confronto, dibattito, c'è solo merce avariata da vendere a buon mercato. E così paradossalmente la nostra cronaca quotidiana, che dovrebbe diventare storia, diventa pettegolezzo, chiacchiera, propaganda di qualcosa che non c'è. La narrazione della nostra vita collettiva viene svilita in una storiella da bar: sarà per questo che la memoria si rifiuta di crescere?

1 commento:

Piov1984 ha detto...

Hai proprio ragione, la banalizzazione, la ridicolizzazione, il "fare spallucce" di fronte a quello che succede, è successo e succederà ancora è forse la cosa peggiore.
Non ci si rende conto che l'Italia si sta svuotando di contenuti, qua si parla solo di chiacchiere, aria fritta, si mortifica il linguaggio, si chiamano con nomi impropri le cose. Il signor B. tratta l'Italia come di sua proprietà, e nessuno si sogna di fargli capire veramente che questo non deve neanche lontanamente esistere in una paese democratico.