Autostop con Buddha: viaggio attraverso il Giappone di Will Ferguson
Titolo originale: Hokkaido highway blues
Tutto prende spunto quando l'autore Will Ferguson, che insegna inglese in Giappone, decide di seguire la fioritura dei ciliegi, che in quel paese è seguita in modo particolare -viene chiamata Sakura Zensen-, con un viaggio da Capo Sata a Capo Soya; ovvero dall'estremo sud al nord.
Ogni tappa dell'autostop è un capitolo a parte; è un modo nuovo, sarcastico e intelligente per conoscere il Giappone e soprattutto i suoi abitanti.
All'inizio ad esempio veniamo a sapere che il Giappone che consideriamo un insieme di isole ha in verità una superficie più grande della Germania.
Will Ferguson che si era fatto conoscere per il romanzo Fortuna con questa seconda opera -una sorta di guida o racconto di viaggio-sembra prendere in giro il Giappone e i giapponesi; ma lo fa da gaijin, da straniero molto spesso deriso: straniero che tale rimane in questo paese dalla cultura enigmatica. Il Giappone infatti è un paese sempre in bilico tra le tradizioni provenienti dal passato più remoto alle mode d'avanguardia.
Il racconto di questo viaggio è raccolto in quasi 500 pagine, ma non troverete mai il momento per annoiarvi. Questo libro a tratti mi ricorda Strade Blu -va ricordato che in originale il titolo è Hokkaido highway blues- di un altro Will(iam)...quello Least Heat-Moon; il racconto di un viaggio fatto attraverso le strade provinciali degli Stati Uniti: in entrambi i viaggi vengono evitate le città conosciute e in tutte e due emergono le figure delle persone incontrate. Tutte molto speciali.
Mi pare che dopo questo diario di viaggio in autostop, Will Ferguson si sia specializzato in libri di viaggio. Non è un caso poi che in 'Autostop con Buddha', lo scrittore affermi di essere un discendente lontano del noto esploratore David Livingstone.
I dialoghi sono molto divertenti e tra frasi in giapponese e in un inglese particolare: quello che studiano come base i giapponesi a scuola infarcito da espressioni intraducibili- risultato più della pubblicità e delle canzoni rock-pop che del senso compiuto-, riusciamo ad entrare anche nella psicologia di questo popolo.
Iniziamo a domandarci: il Giappone è una nazione asiatica? Per l'autore del libro non si sa quanto; di sicuro ha sviluppato una cultura che in una continua relazione amore-odio con l'occidente lo stacca dagli altri paesi asiatici come la Corea, la Cina e l'India. Da quest'ultimo ha sviluppato un buddismo zen del monaco Kobo Daishi o Kukai (774-835) ed uno nazionale, che è oltre che una religione anche espressione per un partito politico (la Soka Gakkai). Il Giappone è il paese di molti dei e nel suo insieme riesce a conservare unità attraverso lo shintoismo.
Gli aspetti che caratterizzano i giapponesi come la gentilezza formale, la timidezza diffusa, le idiosincrasie, i rituali, i miti, gli dei, i vizi, le cerimonie, il teatro No...sono esperienze vissute dall'autore, che le racconta in modo spassoso e leggero. Moltissime curiosità scovate dall'autore non sono nemmeno riportate dalle guide più conosciute come la Lonely Planet. Musei del sesso; sculture rappresentanti dei e monaci buddisti su rocce in riva al mare ecc.. Altre curiosità conosciute vengono rivisitate con un arguzia; così alcune locande, come alberghi con posti letto tipo capsule o loculi, sono vissute esaltandone le contraddizioni.
Ferguson descrive quello che gli succede con una scrittura umorale e così lo stato del momento gli suggerisce l'argomento. Un passaggio interessante è quello che segue il suo desiderio di scroccare a degli impiegati una serata a base di cibo e bevute. Ecco cosa scrive: “Nessuno può dire di aver davvero vissuto se non ha mai visto un colletto bianco giapponese che canta la ballata di Frank Sinatra My Way. È una di quelle scene che incarnano la quintessenza dello squallore e sembrano definire il Giappone. Che spettacolo strambo e tuttavia frequente: un uomo d'affari scarmigliato, che vive una vita di inchini e soffocante conformismo, un uomo sposato con la sua azienda, un uomo che - ogni anno del millennio - si ammazza di lavoro per il bene della sua impresa, un uomo che deve mangiare merda e sorridere ogni giorno, un uomo che alimenta il motore dell'economia eppure è ignorato, poco apprezzato e spesso apertamente sbeffeggiato. Un uomo di questo genere che si alza e canta, in un inglese che gli viene dal cuore, di aver fatto un bilancio, di aver incassato i colpi ma di aver sempre fatto a modo suo! È una cosa che non si dimentica facilmente.” Quella serata finirà con lui invischiato a bere fino a sfinirsi per ritrovarsi intronato e con il morale a terra.
Ma il viaggio offre anche il racconto della magia della Sakura -l'esplosione della fioritura dei ciliegi- di Hirosaki. Con lo spirito più allegro ritroveremo l'autore prima ad Hakodate e poi a Sapporo a gustare, nella città più occidentale del Giappone, la sua birra a competere con le migliori del mondo.
Nel finale troveremo l'autore perso sull'isola di Rishiri, dopo essere arrivato al capo Soya, l'estremo nord del Giappone. Autostop con Buddha si rivela un viaggio che offre molti spunti di riflessione e un insieme di note per continuare noi l'avventura.
Libro: Autostop con Buddha: viaggio attraverso il Giappone
Titolo originale: Hokkaido highway blues, poi ripubblicato come Hitching rides with Buddha
Autore: Will Ferguson
Editore Feltrinelli - Anno di pubblicazione: 1998 - Traduzione di Claudio Silipigni