lunedì, agosto 10, 2015

'La lettera a Hitler. Storia di Armin T. Wegner, combattente solitario contro i genocidi del Novecento'

'La lettera a Hitler. Storia di Armin T. Wegner, combattente solitario contro i genocidi del Novecento' è un libro di Gabriele Nissim che racconta la vita di uno straordinario personaggio del '900.
Armin T. Wegner è stato testimone dei passaggi più cruenti e crudeli che il popolo tedesco abbia compiuto. Il suo pacifismo, nasceva dalla profonda convinzione contro ogni forma di violenza acquisita vivendo in prima persona le nefandezze del secolo in cui visse: il '900.

Armin Theophil Wegner è colui che ha testimoniato il genocidio del popolo armeno del 1909. Da quell'esperienza scriverà una lettera a Hitler con cui chiederà di fermare la persecuzione contro gli ebrei. L'odio non avrebbe vinto...anzi. Wegner era un ingenuo? Difficile a dirlo; forse non aveva letto il Mein Kampf dove si descrivevano chiaramente le ragioni per cui sopprimere il nemico giudaico-marxista, responsabile per Hitler di tutto il male che il popolo tedesco pativa. Un'altro motivo della lettera a Hitler potrebbe essere stato benissimo la storia d'amore con Lola Landau, una artista di origine ebraica. Armin con Lola aveva avuto una figlia e rappresentava quanto l'arte e la bellezza potevano essere a servizio della Germania, indipendentemente dall'essere ebraica.

Armin T. Wegner aveva chiaro che l'odio verso gli ebrei avrebbe portato alle stesse conclusioni patite dagli armeni. Inoltre Armin T. Wegner conosceva quanto gli ebrei avevano contribuito alla grandezza della cultura tedesca.
Armin Wegner vedrà così compiersi un altro genocidio. La testimonianza el genocidio armeno ad opera dei turchi -con l'indifferenza del popolo tedesco- è stata fornita da Wegner anche attraverso molte fotografie da lui stesso scattate. In un certo senso egli anticipa la testimonianza degli audiovisivi, voluta dai comandi delle truppe alleate per documentare quei crimini che solo raccontati a voce potevano non essere creduti.


Il libro di Nissim ricorda anche le numerose lettere che Wegner inviò ai potenti della Terra per per protestare contro le emergenze umanitarie del XX secolo. Lo farà nella sua particolare funzione di scrittore e poeta segnato dall'esilio, vissuto in Italia fino alla morte. In lui troviamo, oltre al poeta sempre fedele alla lingua, il Giusto universale, onorato a Yerevan e a Yad Vashem per la sua solidarietà con armeni ed ebrei, pagata a caro prezzo.
Ad esempio in una lettera inviata al presidente degli USA, Thomas Woodrow Wilson per fare presente di quanta responsabilità abbiano tutti, in particolare il popolo tedesco, per il genocidio armeno chiedeva l'impegno per ricostituire la nazione dell'Armenia.
Un'altra lettera la inviò anche a Mussolini per intercedere per l'amica Irene Kowaliska da cui ebbe un figlio. Era la richiesta di non infierire contro di lei -apprezzata ceramista a Vietri- per qualche goccia di sangue ebraico. Stranamente quella lettera invece ottenne il risultato e sul passaporto di Irene non fu applicata la scritta dell'origine ebraica

Tra i molti interrogativi, che la figura di Armin T. Wegner, evoca, va ricordato con quello che successe il 3 giugno del 1921, quando un tribunale tedesco assolse l'assassino di Talaat Pascià -il maggior responsabile del genocidio operato dai turchi.
L'assassino Soghomon Tehlirian, aveva ucciso Talaat Pascià in una strada di Berlino, dove si era rifugiato sotto falso nome. Infatti si chiede: 'Chi aveva in mano la chiave del destino?'.Quei giudici furono gli arbitri del destino perchè ascoltarono la voce del cuore e non quella di una giustizia astratta. Così essi diedero un senso a quegli avvenimenti con una sentenza che divenne un giudizio sulla storia universale. Una problematica che Wegner prevede e si riscontrerà in maniera più drammatica nella Germania del secondo dopoguerra. Wegner riflette di quanto e sempre nel nome di un bene superiore gli uomini siano stati disposti a infrangere ogni etica e a fare le cose peggiori.
Nel miraggio di un bene universale, con la promessa di un paradiso che difficilmente si potrà trovare nell'aldilà, si costruisce un inferno vero. Si sopprime ogni avversario ritenuto ostacolo al 'bene assoluto'.
Questa verità Wegner la constaterà di persona. Anche aderendo e poi uscendone, denunciandone le perversioni, al comunismo che si stava costruendo in Russia.

Il personaggio Armin Wegner riesce a rivelarci altre molte verità. Una riguarda il significato del suo cognome tedesco che significa viandante: presagio al suo continuo peregrinare che lo porterà in viaggi avventurosi, sia per i tormenti dell’anima, intellettuali e morali, che l’hanno sempre accompagnato.
Ad esempio, lui che è un predestinato capace di cogliere l'incombenza del male, fa comprendere che l'educazione, la miglior famiglia, la cultura più buona, i migliori geni, non ci salvano e alla fine -come osserva Eraclito- il nostro destino è plasmato dal carattere che ci costruiamo da soli.
Crescere imbevuti nella propria cultura non ci salva. La cultura, pur rappresentando un elemento per crescere la qualità della vita, non ci salva.

La cultura che forma Armin T. Wegner è quella tedesca, su questa fonda i principi morali della propria personalità, ma questi si andranno a scontrare con l'altro aspetto della stessa medaglia: la reazione orgogliosa e distruttrice di ciò che è altro dal 'noi' nazionalistico.

La storia di Armin T. Wegner, consapevole della grandezza umana rappresentata da molti personaggi suoi compatrioti, lo porta a sentirsi colpevole e responsabile del genocidio ebraico in quanto tedesco; componente del proprio popolo che è stato l'artefice di tutta quella immane tragedia.
Ecco perchè la cultura in fondo non salva. Pur riconoscendo l'inconsapevolezza di tanta parte di tedeschi, morti in guerra dopo aver innescato l'orrore della Shoah, questi non meritano il perdono.
Wegner proverà vergogna per il suo popolo e per questo non si assolverà neppure lui che ha fatto molto per la giustizia e per il bene.
Morirà a Roma nel 1978, all'età di 92 anni.

La lettera a Hitler.
Storia di Armin T. Wegner, combattente solitario contro i genocidi del Novecento.
Autore: Gabriele Nissim,
Edizioni Mondadori, 2015, pagine 304, euro 20

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