domenica, dicembre 06, 2015

Il caso e la necessità di Jacques Monod

Prima di passare al 2016, voglio ricordare che 50 anni fa -nel 1965- Jacques Monod, biologo francese, vinceva il premio Nobel per la Medicina e nel 1970 -5 anni dopo- usciva il suo libro Il caso e la necessità, che avrebbe sollevato un grande dibattito scientifico.
Ricordo anche l'impegno che mi ero preso di parlare di questo libro mentre ho pubblicato su questo blog la recensione di Dio e Darwin di Orlando Franceschelli.
In pratica J. Monod, alla luce delle nuove scoperte della biologia, confermava la teoria darwiniana sull'Origine della specie aggiungendo una nuova comprensione fisico-chimica della pressione selettiva. Una nuova mazzata alla visione antropocentrica della natura.
J. Monod, con una grande cultura umanistica, illustra nel suo libro, Il caso e la necessità, le conseguenze filosofiche delle ultime scoperte della biologia molecolare e della genetica in una prospettiva totalmente nuova del rapporto sotto il profilo ontologico. La Natura non ha progetti o fini, questi implicherebbero l'esistenza di un qualche dio, mentre invece si basa su un postulato di oggettività; base di ogni scienza positiva. Quello che pensa l'uomo non sono proprietà delle cose ma elementi per assicurare la propria conservazione. Sono teleonomie, ovvero azioni finalistiche.
Il libro si apre con la frase di Democrito: Tutto ciò che esiste nell’universo è frutto del caso e della necessità.
Le due possibilità, Caso e Necessità, che determinano tutto ciò che esiste nell'universo (come detto da Democrito) paiono antitetiche: mentre la necessità indica l'impossibilità di non poter esserci altra scelta, il caso indica invece una chiara assenza di cause o scopi...cosa può avvenire allora?
Jacques Monod, generalizzando filosoficamente gli sviluppi della biologia e della genetica, risponde così: 'soltanto il caso è all’origine di ogni novità, di ogni creazione nella biosfera, poi nella struttura invariante e telenomica dei viventi farà sì che al caso subentri la necessità quale inesorabile determinazione' (posizione condivisa oggi anche da R. Dawkins, il più noto sostenitore del neodarwinismo).
Tutto ciò impone una ridefinizione dei canoni etici con cui l'uomo agisce.
Noi siamo i discendenti di quell’homo sapiens che aveva bisogno della spiegazione mitica. È da loro che abbiamo ereditato probabilmente l’esigenza d’una spiegazione, l’angoscia che ci costringe a cercare il significato dell’esistenza. Angoscia creatrice di tutti i miti, di tutte le religioni, di tutte le filosofie e della scienza stessa.
L’invenzione dei miti e delle religioni, la costruzione di vasti sistemi filosofici sono il prezzo che l’uomo ha dovuto pagare per sopravvivere in quanto animale sociale, senza piegarsi ad un mero automatismo.
J. Monod, ci indica come la Scienza dovrebbe essere sempre di aiuto all'uomo per comprendere quanta responsabilità abbia nella costruzione del proprio destino. Oggi più che mai con l'insorgere di fondamentalismi, di terrorismi, di responsabilità della rottura dello stato ecologico naturale, con il conseguente cambio climatico, ecc. dovremmo rileggere ciò che scrive Monod: 'L’uomo deve accettare il fatto che è solo nell'immensità indifferente dell'Universo da cui è emerso per caso. Ma ciò non toglie all’uomo la libertà e la responsabilità, anzi: il suo dovere, come il suo destino, non è scritto in nessun luogo. A lui la scelta tra il Regno e le tenebre'.

Per chi volesse leggere gratuitamente il libro 'Il caso e la necessità' in formato PDF può farlo a questo url: QUI

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