Che il campione del pessimismo, ossia Arthur Schopenhauer ci indichi la strada per essere felici appare paradossale. Lui che del pessimismo è maestro come potrebbe parlare di felicità? In verità questo libro, che si compone di 50 aforismi o massime, non l'ha scritto con questo titolo ma aveva avviato una raccolta di aforismi sotto la denominazione di Eudemonologia o Eudemonica– ossia dottrina della felicità. Edito da Adelphi ora il libretto ha come sottotitolo i due nomi riportati prima.
Le citazioni che compongono il piccolo libro sono state raccolte tra i vari scritti di Arthur Schopenhauer che aveva in mente di elaborare un manualetto, un piccolo vademecum per vivere in saggezza; per mantenere a lungo uno stato di contrasto alle avversità.
Schopenhauer però non si smentisce; per lui la felicità è solo un eufemismo: 'la felicità e i piaceri sono soltanto chimere che un’illusione ci mostra in lontananza, mentre la sofferenza e il dolore sono reali e si annunciano immediatamente da sé, senza bisogno dell’illusione e dell’attesa'.
Così insieme a 'l'arte per ottenere ragione', 'l'arte di ottenere rispetto', 'l'arte di ignorare il giudizio degli altri', l'arte di conoscere se stessi', 'l'arte di invecchiare', 'l'arte di insultare' e 'l'arte di trattare le donne', Arthur Schopenhauer ha scritto su 'L'arte di essere felici'.
Per Arthur Schopenhauer la vita oscilla tra la noia e il dolore; in mezzo a questi due stati esiste la possibilità, data dall'ingegno, di trovare regole di comportamento che allevino le pene e soprattutto allontanino il dolore.
Un po' come successe per 'l'arte di invecchiare', dove Arthur Schopenhauer raccolse citazioni, riflessioni, appunti, massime e norme comportamentali -a cui diede il nome di Senilia- per rendere sopportabile e perfino piacevole la vecchiaia; qui condensa la sapienza per farci vivere meglio.
La filosofia come conoscenza sapienziale, saggezza pratica. Tutto con il fine di vivere il meno infelici possibile. Vivere passabilmente.
Vediamo qualche consiglio di Arthur Schopenhauer annotato come massima nel libro:
Viviamo il presente. Il meglio che il mondo ci può offrire è un presente quieto e senza dolore. Non guastiamo questo con la ricerca di un futuro sempre incerto che per quanto lottiamo rimarrà sempre nelle mani del destino.
Non essere invidioso. Niente è più implacabile e spietato dell'invidia.
Abbiamo oltre al nostro carattere intellegibile e quello empirico (immutabili) un terzo carattere che è quello acquisito. Quest'ultimo si forma con la vita e la pratica del mondo. Questo carattere artificiale è frutto dell'esperienza e della riflessione. Solo con l'esperienza possiamo imparare ciò che vogliamo e ciò che possiamo. Tramite il carattere acquisito sapremo quali sono i nostri poteri, virtù, doti e quali le debolezze e limiti. Conosciamo la nostra individualità e quindi misurando le nostre forze e debolezze ci risparmieremo molti dolori.
Il possesso e il suo desiderio determinano l'infelicità. La ricchezza assomiglia all'acqua di mare; quanta più se ne beve, tanto più si ha sete.
Fondamentale, infine, la differenza fra 'ciò che si è' e 'ciò che si ha', perché è il primo che determina il secondo e non viceversa.
Non viviamo come vogliamo ma come possiamo.
La giusta proporzione è la saggezza per vivere quieti per questo dobbiamo vivere in modo giusto tanto il presente quanto il futuro...e attenzione che vive troppo il presente è uno sconsiderato e chi troppo il futuro non avrà più solo un istante tranquillo.
L'uomo saggio non persegue ciò che è piacevole ma l'assenza di dolore.
Non manifestare grande giubilo o grande afflizione per ogni avvenimento; la mutevolezza di tutte le cose può trasformarlo in ogni momento.
La vita degli uomini si compone in un lato soggettivo interno e un lato oggettivo esterno. Nel primo troviamo le gioie e i dolori; con questo abbiamo visto prima come dobbiamo misurarci nei comportamenti a tale proposito. Nel secondo c'è l'immagine della condotta della nostra vita; il modo in cui interpretiamo il nostro ruolo: qui troviamo le virtù, le nostre opere di ingegno, gli atti di eroismo e sempre qui troviamo le distinzioni tra maschi e femmine e soprattutto tra uomo e uomo. Quest'ultimo lato dovrebbe essere sviluppato maggiormente poiché vivendo si ritrova il lato bello della vita...purtroppo non lo seguiamo abbastanza.
La vita è come un gioco ai dadi, se il punto in più non è uscito devi essere tu a correggerlo con la tua abilità.
Seguono poi altre massime; altri aforismi e consigli per una vita se non felice almeno senza grossi dolori.
Un vademecum filosofico pratico per il benessere. Da tenere sul comodino.
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