PROMEMORIA
Ho terminato di leggere il libro di Corrado Stajano: "Promemoria. Uno straniero in patria tra Campo dè Fiori e Palazzo Madama. Il libro ci racconta l'esperienza dell'autore da senatore, nella XII legislatura: soprattutto l'anno 1994, quello dell'inizio dell'era Berlusconi.
Nelle pagine finali Stajano si chiede che cosa abbia importanza in politica e riflette: "Non la capacità di fare, di portare a compimento un progetto, di coinvolgere gli altri in un'azione socialmente utile. La politica, così come viene intesa, è un dono metafisico staccato dalle miserie del mondo. La qualità non pesa. Ne nasce una ipervalutazione di alcuni e la sottovalutazione di altri che dovrebbero avere responsabilità più alte". Questo è vero soprattutto all'interno delle strutture di partito e allora ancora una volta la politica, quella funzione che dovrebbe aiutarci a risolvere i problemi di convivenza in un quadro di civiltà e cultura in evoluzione, diventa un esercizio di potere e appagamento di ambizioni personali al di là delle proprie reali capacità.
Oggi, a distanza di circa 10 anni, la politica continua il balletto degli interessi partitici e personali. Un segnale di cambiamento potrebbe essere la proposta di Prodi, e accolta dalla sinistra, per un nuovo soggetto politico dove fare emergere gli interessi della società. Io spero sia un successo: potrebbe anche essere un momento di svolta per dare slancio ad un nuovo modo per fare e intendere la politica.