sabato, settembre 04, 2004

Geografia umana

Beslan è una delle città che sappiamo esiste perché si è compiuto un orrore. Da un po’ di tempo conosciamo una geografia, sconosciuta ai più, sull’onda di guerre, terrore e massacri. E’ una geografia che insieme a città come Srebrenica, Mazar-i-Sharif, Tawilah, Najaf, Falluja, solo per citarne alcune, ci fa scoprire anche parti oscure della nostra mente, della nostra capacità alla crudeltà, alle brutture. Ma chi siamo?
Ogni volta che pensiamo di conoscere il paesaggio che ci circonda e insieme cerchiamo sicurezze, costruendo difese alla nostra supposta grandezza e superiorità, ecco arrivarci, con i suoni nuovi dei nomi di luoghi distanti, anche la ferocia arcaica del nostro essere: l’atrocità dell’uccisione di un bambino ci scaraventa nel «cuore di tenebra» che da sempre evoca la guerra.
E’ sempre la guerra dichiarata o segreta; ufficiale o nascosta; regolare o anticonvenzionale che caratterizza il potere: il potere di prevalere sull’altro, sul diverso da noi.
Non volere conoscere, comprendere o sapere, fa deflagrare l’inconsapevolezza con le immagini improvvise dell’orrore.
E’ sempre la guerra che semina odio, rancori, terrore, che dietro la maschera di divise diverse livella con la morte l’uomo e la sua capacità di un pensiero per andare oltre.


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