venerdì, marzo 25, 2005

In paradiso, no

I comunisti vanno in Paradiso. Sicuro. In Paradiso ci vanno anche i musulmani, i buddisti, gli ebrei, i confuciani, gli indù e forse perfino i cattolici. Meno che i ricchi. Per quest’ultimi non si saprebbe come disegnarlo il Paradiso; non sarebbe con le fontane, i fiori e le vergini a disposizione, come lo prefigurano i musulmani; non sarebbe neppure a gironi con cherubini, santi e angeli plaudenti come nell’idea dantesca; men che meno quello del Caffè Lavazza a continuare finzioni e TV. Allora che donare ai ricchi? La reincarnazione in un mulo? Sarebbe allora una ricompensa facile, il guadagno dell’espiazione belle pronta. No, niente Paradiso per i ricchi; d’altronde lo dice il Cristo:” E’ più facile che un cammello…”.
In Paradiso ci va chi ha il senso della Giustizia, chi ha amici ed è anche ateo. In Paradiso ci vanno forse tutti: chi muore per la guerra e chi per sé. Forse ci vanno anche i preti. Meno che i ricchi. Hai voglia di dire che anche i ricchi piangono, che i ricchi soffrono, e non sono neanche sicuri di avere amici per loro stessi e non per i soldi…i ricchi non sono fatti per il Paradiso: non ne hanno l’umiltà. D’altronde come potrebbero girare per le strade del Paradiso- ammesso che ce ne siano- senza le loro grosse automobili con autista? No, niente Paradiso per i ricchi: loro sono destinati a soffrire anche nell’al di là.

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