giovedì, settembre 07, 2006

E’ difficile essere cattivi

Sì, è più facile essere buoni che cattivi; è faticoso e complicato fare i cattivi. Invece dovremmo sapere tutti come è bello voler bene, usare la gentilezza e la cortesia: ci guadagneremmo tutti. Ad essere buoni lo spirito diventa leggero, vola, si alza e fa nascere sorrisi. Tutti noi abbiamo la necessità di gentilezza, di amicizia e compassione. Il rispetto per gli altri è la condizione prima per stabilire una relazione.
Il cattivo di solito spreca una enorme quantità di energie; deve sempre apparire il ‘duro’, l’ intransigente, colui che non deve chiedere: mai. Che fatica vivere in quel modo. Tutti sappiamo che nessuno sceglie la cattiveria così, tanto per fare il cattivo, ma si trova in quel ruolo forse per rivendicare un diritto negato, per pretendere qualcosa che altri non gli danno, per essere considerato e magari amato; ma poi va bene anche essere odiati: sempre meglio dell’indifferenza, così sanno che esisti.
Il cattivo è sempre in guerra. Il cattivo si dedica con dedizione a principi di facciata, di orgoglio, di potere. Così non si trova mai una vera pace.
Quei cattivoni, che vediamo nei film americani, disegnati a ‘tutto tondo’: cattivi fino in fondo e crudeli senza speranza, non esistono nella realtà. Tutti sappiamo di essere sia buoni che cattivi, e quando siamo solo cattivi, o almeno l’appariamo agli altri, c’è sempre qualche difficoltà di relazione, qualche turba psicologica, sociale e morale.
Un po’ di tempo fa si era scatenata la caccia ai cosiddetti ‘buonisti’: bisognava essere cattivi si disse; in politica, come nella vita non c’era spazio per i buoni, per la comprensione degli altri, per gli avversari. Era il tempo di La Russa, Gasparri, Calderoli, Castelli, Borghezio, Bossi, Cicchitto…e altri: i promotori della cattiveria tout-court.
Certo forse c’erano anche i ‘buonisti’, intesi come i falsi cortesi, coloro che volevano a tutti i costi farsi amici e continuare l’andazzo ipocrita e inconcludente; ma pensateci un po’, possono durare questi ‘buonisti’?
Non so se quel tempo sia finito; certo dovremo comprendere che alla lunga, a fare i cattivi si perde. Forza, se ci sappiamo ascoltare, se ci lasciamo parlare, spegnendo le voci ‘contro’, riusciremo a trovare la serenità e la gioia di vivere in pace. Tutto sarà più facile. Fare i cattivi richiede molto sforzo e stanca da morire.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non credo sia più facile essere buoni che cattivi, chi è veramente cattivo non fatica per esserlo e manco si rende conto di sprecare le sue energie...
Essere buoni è più faticoso, perchè chi è buono dentro si rende perfettamente conto di quel che gli accade intorno nel bene e nel male e a volte è proprio difficile non cadere nella cattiveria evitando di ripagare con la stessa moneta (bucata) chi ci ferisce...
E comunque, purtroppo o per fortuna, esistono dei cattivi fino in fondo...purtroppo o per fortuna...