lunedì, ottobre 09, 2006

La decrescita:valore positivo

Sono passati ormai diversi anni da quando una pubblicità, della Chiesa Cattolica, invitava per salvare il mondo a cambiare stile di vita, a consumare meno. Era il 1992 e sembrava che avessimo preso coscienza che la ricchezza dei pochi, era la miseria dei molti; lo spreco di chi più contava era la morte di chi meno possedeva. Come lo sfruttamento delle risorse ambientali devastasse la Terra.
C’è come un rapporto direttamente proporzionale tra la ricchezza mercantile e l’impoverimento morale: più sale uno, più si abbassa l’altro. La pubblicità in questo campo spinge a consumare sempre di più, crea nuovi bisogni artificiali. Bisogna crescere, crescere sempre di più. Tutti invocano la crescita come un obiettivo primario: per fare quadrare i conti di una sperequazione tra consumi e produzione; tra merce e spazzatura. No, anzi la spazzatura, l’usurato, il ‘gettato via’, cresce sempre di più. E allora?
Per cambiare la tendenza del mondo al pensiero dominante, dello sviluppo cosiddetto sostenibile, che fa crescere sempre in modo esponenziale la miseria, la ‘decrescita’ è la nuova parola d’ordine.
Nel sito: http://www.decrescita.it/ilmanifesto.php potrete leggere il manifesto di Serge Latouche per il doposviluppo. Allo stesso indirizzo internet si possono trovare queste sagge considerazioni:
Oggi è pacifico che l'unità di sopravvivenza nel mondo biologico reale è l'organismo più l'ambiente. Stiamo imparando sulla nostra pelle che l'organismo che distrugge il suo ambiente distrugge se stesso.
(Gregory Bateson)
Ciascuno di noi è ricco in proporzione al numero delle cose delle quali può fare a meno. (Henry D. Thoreau)
Tutti gli oggetti che continuiamo a raccogliere nel corso della nostra vita non ci daranno mai forza interiore. Sono, per così dire, le stampelle di uno storpio.
(Ivan Illich)

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