sabato, novembre 18, 2006

Sui Diritti

Dopo la lezione di Carlo Augusto Viano sulla laicità, grazie al circolo Calogero-Capitini, ieri, venerdì 17 novembre, c’è stato l’incontro per parlare di diritti. Questa volta a parlarne è stato il professore Mauro Barberis.
Dopo l’introduzione di Marco Fallabrini e Mario Menini, si è affrontato il diritto come elemento che sostiene la democrazia, e come ingrediente per misurarne di quest’ultima la qualità, negli aspetti storici e filosofici.
Mauro Barberis ha esordito citando il titolo di un famoso libro di Sigmund Freud: Totem e tabù. ‘Sì- ha detto- i diritti sono totem e tabù della nostra epoca e della nostra tribù’. I diritti sono totem in quanto idoli da seguire e tabù per il loro contro-perseguire. Come il tabù tra genero e suocera- ricordato nel libro di Freud- la difficoltà dei diritti è quella di parlarne in modo esogamico; ovvero fuori del gruppo sociale.
Mauro Barberis parla di diritti anche nel suo ultimo libro, Etica per giuristi, edito da Laterza. In quel libro affronta il discorso giuridico ed etico di concetti come libertà, democrazia, costituzioni e, appunto, i diritti, come valori apparentemente condivisi, ma insieme più contradditori.
Come muoverci? Questo è l’interrogativo che Mauro Barberis ci porta a formulare, per poi darci una possibile risposta, dopo un excursus storico.
La parola diritti trova un senso nella norma giuridica nella civiltà occidentale. Dal diritto romano via, via si procede con passaggi in progress che trovano nelle tre grandi rivoluzioni un loro momento topico. Le rivoluzioni sono quella americana, quella francese e quella russa. Nella costituzione americana e poi nelle successive fino a quella dei Diritti dell’Uomo ci sono elencati, seppur idealmente, i passaggi dei diritti ritenuti fondamentali dell’umanità. Ci sono i passaggi dei diritti politici, di quelli sociali e quelli individuali. Sono le basi del percorso della civiltà occidentale. Cose che non si studiano a scuola. Oggi siamo arrivati alla quarta generazione dei diritti; sono quelli ambientali, della salute…tutti sono riferibili alla libertà.
Ma bisogna tenere presente che non c’è un elemento comune, che fa dei diritti un concetto universale. I diritti sono ‘interessi giustificati’; hanno ragioni di diverso carattere. Ma non c’è un carattere, una ragione che li unisca tutti? No, i diritti sono plurali ed ogni diritto è fondamento di se stesso. O diritti sono utilizzabili ad hoc.
Mauro Barberis però avanza per fare comprendere meglio il carattere dei diritti, le ragioni di chi li critica, chi li contesta. Per Burke con i diritti finiscono i cavalieri e la cavalleria ed inizia l’era dei geometri e ragionieri. Per Bentham sono menzogne e assurdità. I diritti divengono inflazionati ed entrano anche in conflitto tra loro. Un esempio, raccontato da Mauro Barberis, è quello del 1994, dove contro la censura, operata su opere cinematografiche di carattere religioso, il comitato Otto Preminger insorgeva in Austria rivendicando il diritto alla libertà d’espressione. Invece a Strasburgo prevalse la libertà di religione e perse la causa che sembrava ovvia e vinta. Nello stesso nome dei diritti si può fare tutto. I diritti possono essere una religione, fino ad evocare uno scontro di civiltà? Si può fare la guerra dei diritti come la guerra di religione? Queste sono le domande che precedono la riposta a quella iniziale. Cosa fare? Come si può dialogare?
I diritti non sono comuni, non sono neutrali, universali e comprensibili a tutti. I diritti sono come dei della propria tribù. Nei confronti degli altri il linguaggio dei diritti diventa religioso. ‘I miei dei sono quelli che mi hanno fatto progredire’. Questo possiamo dire agli altri. Ma sono sempre i propri dei.
‘Allora la risposta su come e cosa fare per dialogare è ricercare un sincretismo religioso. Dobbiamo costruire un Pantheon dove ognuno possa seguire e pregare i propri dei’. Questa risposta chiude la lezione e conferenza di Mauro Barberis. Il dibattito è aperto. Le idee e la nostra mente hanno qualcosa di più per elaborare una convivenza tra le diverse culture che compongono il mondo globalizzato di oggi.
Un altro bel risultato delle iniziative promosse dal circolo Calogero Capitini e dal suo presidente Luigi Fasce.

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