domenica, novembre 12, 2006

Taglia 42 per tutti

Il ministro Melandri si è rivolta agli stilisti di moda affinché abroghino la taglia 38; può essere un’idea, ma forse il messaggio non andava diretto a loro. Il motivo, che ha fatto apprezzare agli stilisti le donne sempre più magre, era perché alle sfilate i presenti non guardavano i vestiti ma le modelle…guai a far sfilare in passerella delle donne ben tornite e formose: gli occhi erano per le curve audaci e i desideri non erano rivolti al vestito, ma al contenuto.
Oggi abbiamo gli obesi e gli stecchi. Abbiamo solo i grassi e i magri. Non ci sono più le mezze misure. Come le mezze stagioni. Si dice che sta sparendo anche la classe media. In ‘medio stat virtus’, anche quello si diceva, e con il ‘centro’ ci hanno giocato poi tutti i politici fino a far comparire una ‘Italia di mezzo’. Ma di medio, ci fan vedere solo il dito.
Oggi è sorta l’esigenza salutare di dimagrire, e nello stesso tempo di non creare la psicosi del grasso. Ancora la ricerca di una via di mezzo: che sarebbe quella di una sana distribuzione delle risorse. Di tutte le risorse: materiali, umane, economiche e spirituali.
Le preoccupazioni principali, però mi è parso di capire, sono per quelle ragazze sempre più magre, che hanno dei disturbi alimentari. L’educazione alimentare dovrebbe essere un primo passo verso tutte quelle forme distorte di assunzione di cibo. Poi ci vorrebbe un codice deontologico della pubblicità su questa materia; perché ora abbiamo perfino l’acqua che è diventata ‘vitasnella’.
Non esistono cibi che fanno dimagrire e quindi non ci sono formaggi, merendine light o dolcificanti artificiali che non fanno ingrassare. Anzi se prendiamo la aspartame –un dolcificante sintetico- scopriamo che fa dimagrire sul serio…provocando tumori. Attenti quindi alla pubblicità.
Ecco se devolvessimo tutto quanto spendiamo per dimagrire, ancora meglio per non ingrassare, riusciremmo forse a sconfiggere la fame nel mondo. E la taglia 38? Potrebbe diventare una 42 per tutti.

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