Quali santi?
Avremmo più bisogno di guastafeste che di santi, eppure la chiesa cattolica di oggi continua a sfornare a ritmo industriale. Ma a chi servono questi santi? Non già alla fede, né alla carità e forse neppure alla speranza. Sperare di diventarlo noi? No di certo, se ci pensiamo un po’, il paradiso è stato creato per i peccatori e non per i santi. Loro, i santi, sarebbero stati lo stesso vicini a Dio, per gli altri, noi, invece è tutto uno spintonamento, un arrabattarsi nelle difficoltà della vita, tra una bestemmia ed un pateravegloria; un insieme di sputi e preghiere.Dei guastafeste invece ne sentiremmo il bisogno. Di persone vive, di oggi, che ci spronino a cambiar vita e a vedere cos’è diventata quella che stiamo vivendo senza grazia, ce ne servirebbero. I 498 martiri spagnoli della Guerra Civile, proclamati santi, a noi non servono: di quelli ne abbiamo tanti, i morti della nostra Resistenza e i morti per gli ideali di tutti i colori. I veri santi di oggi, lo sappiamo, continuano a morire in Birmania, in Cina, negli USA, in Africa…sono quelli che muoiono sulle barche o sulle spiagge alla ricerca di una patria che li sfami, sono quelli che cercano la libertà: sono gli ultimi, i più poveri; quelli che la Chiesa, con i paramenti d’oro, forse fra 50 anni farà solenni riti per beatificarli quando li penserà in cielo, in un Paradiso a gironi dove allora potrebbero essere in quelli più alti.
Nella società di oggi non servono stimmate visibili, profumi di mughetto, doni di preveggenza…quelle doti da santi antichi e utili ad un mondo rurale; nella società d’oggi occorrerebbe l’esempio di qualche politico o cardinale che si disfi dei lussi e dei privilegi, per fare il guastafeste alla maniera di Francesco d’Assisi. Oggi di veri santi abbiamo solo quelli che la chiesa cattolica si ostina a non vedere.