martedì, ottobre 16, 2007

Piccoli nazisti a Dachau

Li abbiamo visti tutti, sui giornali nei giorni scorsi, a Dachau che festeggiavano davanti ai forni crematori. Hanno dai 18 ai 26 anni e del terzo Reich, a cui inneggiavano, non conoscono nulla; però restano una prova che niente è acquisito per sempre La possibilità di regredire, di ritornare a compiere gli orrori del passato è sempre attuale. Quegli imberbi ragazzi altoatesini, seguaci di Hitler, sono la dimostrazione che un ‘piccolo fascista’ alberga sempre nella natura umana. Questo sentimento di fascista-nazista, vive sempre dentro ognuno di noi: è la forza della conservazione, quella che ci tiene legati al sangue, alla tribù, ed è l'ostacolo più forte all'evoluzione umana. L'ingordigia e la violenza dell'uomo delle caverne, che avevano un senso per superare le difficili condizioni di vita di quei tempi, sono giunte fino a noi attraverso il ‘piccolo fascista’, trasformando l’egoismo in crudeltà.
Il fascismo e il nazismo, non sono così soltanto fenomeni politici, ma sono anche il disperato tentativo di fermare la volontà di andare ‘oltre’: prefigurare un mondo migliore. Il fascismo con il nazismo sono in sostanza le più alte forme di disumanità: sono l'affermazione della potenza dello script negativo, ovvero il copione di vita che viene assunto nell’infanzia; più tardi, con il perbenismo, con una certa educazione e nell'assunzione del copione che non ci vuole ne’ soli ne’ adulti, ecco che il perfetto fascista è pronto a svolgere il suo ruolo sociale, a recitare la sua parte. Poi si farà presto a trovare un capro espiatorio utile per addossargli il nostro male: con queste idee nascono i crimini contro l’umanità.
Si può solo sperare che il fenomeno non sfoci in una psicologia di massa. Se succedesse, si troverà sempre un leader pronto a tirare fuori il peggio di ognuno: così nasce il fascismo e il nazismo. Chiameranno duce, padre, guida infallibile, il loro nuovo capo e la storia si ripeterà. Si ripeteranno gli orrori. Per questo consiglierei di tenere d’occhio quei ragazzi. Naturalmente dopo avere dato uno sguardo attento dentro di noi.

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