giovedì, gennaio 10, 2008

Lettere dalla Kirghisia due anni dopo, di Silvano Agosti

Kirghisia è il paese del benessere, della felicità, un paese dell’utopia dunque e questo ci aiuta a credere che volendo si possa finalmente vivere tutti a Kirghisia.
Prendendo in mano il libro di Silvano Agosti, scopriamo immediatamente che a Kirghisia i libri hanno i caratteri di una giusta dimensione, per cui a leggerli non si fatica. Subito dopo scopriamo, dalla prima lettera, che a Kirghisia non c’è bisogno delle ferie. Sì, perché ‘Qui in Kirghisia, in ogni settore pubblico e privato, non si lavora più di tre ore al giorno, a pieno stipendio, con la riserva di un’eventuale ora di straordinario. Le rimanenti 20 o 21 ore della giornata vengono dedicate al sonno, al cibo, alla creatività, all’amore, alla vita, a se stessi, ai propri figli e ai propri simili…’. Le ferie in questo contesto appaiono un concetto insensato: a cosa servono se ogni giorno si vive interamente? Si vive insieme la festa e il lavoro? Il tempo non è più carico della tensione di perderlo o sprecarlo con il conseguente malessere sociale.
I politici? Quelli a Kirghisia sono tutti volontari; nel senso che si occupano delle cose pubbliche ma senza guadagnare di più di quello che avevano prima di iniziare quel compito. E poi ancora avanti così, a descrivere tutte le cose sagge e possibili che in questo paese dell’Utopia, sono realtà. La Kirghisia, un altro esempio, è un paese dove gli stadi di calcio sono semivuoti, non perché la persone non amino questo sport, ma perché negli anni hanno iniziato tutti a praticarlo, invece di sedersi sugli spalti, scendono in campo. Queste sono solamente alcune delle tante cose belle e meravigliose che regolano la vita a Kirghisia.
Questo secondo libro composto da lettere spedite da Kirghisia, prosegue quello delle prime lettere, che descrivevano questo paese in cui l’autore era capitato per caso: per ragioni tecniche, l’aereo sul quale viaggiava ha dovuto fare scalo per due giorni e così ha scoperto una società dove si vive sereni e ognuno gestisce il proprio destino. Il primo libro ‘Lettere dalla Kirghisia’ era uscito nel 2004 e conteneva le prime lettere pubblicate sul quotidiano L’Unità, nell’anno precedente. Ora prosegue con le ‘Lettere dalla Kirghisia due anni dopo’. Nel libro uscito lo scorso anno ci sono 14 lettere totali; ovvero ci sono le prime dieci spedite ad amici da quello strano paese, contenute nel primo libro, più altre quattro ed insieme a quella di Fabio Volo e alcune considerazioni. A leggerlo scopriamo che quel paese in realtà vive nel desiderio di ognuno di noi e non si riesce a capire come mai non lo riesce a raggiungere nessuno; Silvano Agosti, con semplicità e grande saggezza, riesce a farcelo gustare.

Nessun commento: