martedì, settembre 16, 2008

Il triangolo drammatico

L’io si difende per combattere una sua radicata paura e senso di inadeguatezza, dovuto agli oggettivi limiti fisici e mentali, con resistenze, ricerca di dominio, avidità; attacchi e difesa diventano così strategie per risolvere i problemi. Ma questo è illusorio, perché semplicemente l’io stesso è il problema. Per osservare questa parte che gestisce la nostra vita abbiamo bisogno di consapevolezza; abbiamo la necessità di diventare testimoni e osservatori della mente.
Generalmente le risposte ai problemi che sorgono quotidianamente sono dettate da meccanismi automatici: sono forme di difesa inconsapevoli che spesso perpetuano la sofferenza; anzi si potrebbe affermare che sono le stesse che generano il dolore.
Il dramma vive in noi. Il dramma vive e si ama poiché il dramma è la nostra storia. Il dramma solitamente scaturisce all’interno della relazione di coppia, ma anche nella solitudine si attivano i meccanismi classici del dramma: quando ci sentiamo in colpa, siamo dispiaciuti, in ansia; quando lasciamo che il passato o il futuro oscurino il presente, creiamo un tempo psicologico in cui il nostro essere non vive: creiamo il dramma. Non vivendo il presente noi creiamo il dramma.
Quando l’io vive un circolo che scambia ruoli continuamente tra colpa, peccato, redenzione- tra vittima, carnefice e salvatore- i problemi diventano il dramma…ossia, il problema e il dramma sono la stessa cosa.
Stephen Karpman ha individuato nello scambio dei tre ruoli: Vittima, Persecutore e Salvatore quello che origina il dramma. Per Karpman il triangolo drammatico è il modello teorico più rappresentativo per comprendere i meccanismi del dramma.
La colpa è il meccanismo principale del dramma che prevede solitamente una Vittima e il suo Persecutore. La colpa viene rimandata come una pallina di ping pong da uno all’altro, finchè non compare il Salvatore, ovvero chi si prende la colpa oppure ne indica l’origine in uno dei due protagonisti. A questo punto il triangolo drammatico è compiuto e la possibilità di uscita non esiste più. Tutto viene giocato all’interno di uno spazio predefinito: il triangolo. Appunto.
Il Persecutore esprime forza e aggressività, nascondendo debolezza e paura
La Vittima esprime dolore e debolezza, nascondendo forza.
Il Salvatore esprime bontà ed interesse, nascondendo bisogni personali e solitudine.
Voi state per caso giocando? Siete dentro il triangolo? Osservatevi: ptreste uscire dal dramma che assilla la vostra vita.

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