lunedì, novembre 17, 2008

Il computer sostenibile di Giovanna Sissa


Un incontro a Palazzo Ducale, nel Salone del Minor Consiglio, è stata l’occasione per ascoltare diverse opinioni, di esperti del campo informatico e no, sul ‘computer sostenibile’. Coordinati dal giornalista Mario Bottaro sono intervenuti: Andrea Ranieri, Joy Marino, Paola Girdinio, Maurizio Martelli e Serge Latouche.
L’occasione dell’incontro è stata la presentazione del libro di Giovanna Sissa: Il computer sostenibile –riduzione dei rifiuti elettronici, riuso dei pc e open sourse.
Per Mario Bottaro ‘sostenibile’ è diventato da aggettivo un suffisso: tutto si accompagna alla parola sostenibile e con questo libro di Giovanna Sissa ora sappiamo che anche il pc è diventato sostenibile; sappiamo che il nostro pc crea danni all’ambiente al pari di molti altri prodotti di consumo: anche i pc diventano rifiuti che sarà difficile riciclare e smaltire.
Il primo ad intervenire è stato Andrea Ranieri, assessore alla Cultura del Comune di Genova: ‘con questo libro ho scoperto che il pc, da strumento che aiuta il mondo, è invece con la sua materialità di plastica è difficile da smaltire; è un prodotto che inquina al pari di altri. Nel libro ci sono molte parole che iniziano con la lettera R; oltre alle azioni Ridurre, Riusare, Riciclare, ci sarebbe da aggiungere Riconcettualizzare il Pc. Ripensarne l’utilizzo, la funzione, la missione’.
Per l’autrice del libro, Giovanna Sissa, prolungando la vita del nostro pc, del prodotto hardware, si contribuisce alla compatibilità ambientale. Non è il pc che diventa obsoleto, ma spesso è il software, il programma che lo fa funzionare, a diventare per ragioni di mercato a non essere più adeguato, allora con l’open source noi possiamo allungare la vita al pc. Non è un caso che sulla copertina del libro ci sia un pinguino: è il logo di Linux, un sistema operativo open source, ovvero aperto, libero e gratuito che può adattarsi alle esigenze di chi lo usa e quindi questa potrebbe essere la risposta per il pc sostenibile. I rifiuti dei pc, che sono quelli dei prodotti elettronici sono di dimensioni enormi. Ognuno di noi ha a disposizione una dimensione di terra verde pari a due campi di calcio; il 4% è quello che si mangia il pc…questa terra l’abbiamo in prestito e poi dovremo lasciarla a chi viene dopo. La R di Responsabilità è quella che investe tutto: è La R principale. Un’altra R è il Ripensare, il comprendere la bulimia del possesso, controllare i consumi.
Per Joy Marino il pc è un test nato per conoscere la materialità di un mondo che è per definizione immateriale. Nel Pc c’è molta ferraglia e può essere utilizzato a lungo se preleviamo ciò che ci serve da internet. Il web può essere condivisione, elemento sociale; infatti internet mette in comunicazione milioni di persone: è un valore che si moltiplica per se stesso, accresce la conoscenza. Sostenibile è considerare componenti che abbiano una vita lunga: fibre ottiche, modem.
Maurizio Martelli: ‘L’open source non è una risposta ma è un modello. I Sistemi Operativi vengono prodotti per il mercato e introdotti per induzione dovuta al deprezzamento di quelli esistenti. Il problema della durata può essere una scelta aziendale o personale da fare pianificando gli acquisti. Inoltre del pc va insegnato l’uso e la fruizione con la collaborazione delle scuole’.
Paola Girdinio: ‘la soluzione è difficile. Il concetto di sostenibile è rivolta all’ambiente e l’emissione di CO2 nell’aria aumenta sempre. C’è un approccio pragmatico femminile che consiglia di consumare meno e aumentare il ciclo di vita dei prodotti: questo è solo uno dei modi. Bisogna impegnarci tutti per incidere nelle scelte a produrre meno emissioni nocive nell’aria; meno ossido di carbonio.
Per Serge Latouche è già stato detto tutto. Più che riconcettualizzare, bisognerebbe rigovernare le scarse risorse. Qui si tratta del valore della conoscenza, del sapere. L’informazione è ancora più attuale: il sapere non si consuma, è un prodotto che aumenta. Le R sono tante e portano al Rifiuto. La crisi economica, l’economia della scarsità, ci spingerà verso tecnologie diverse dove non si butta via niente. Non sono un esperto di computer e in un mio ultimo libro, La felicità della decrescita, l’ho citato solo due volte. I miei colleghi si riempiono la bocca di immateriale, ed io ho scoperto che un microchip ha un impatto terrificante con la natura: molte navi scaricano in Nigeria migliaia di computer rifiuto. In verità il pc è insostenibile; questo sarebbe il titolo giusto. Circa le R, bisognerebbe Riconcepire più che Riconcetualizzare; bisognerebbe andare a monte e non a valle. Bisognerebbe fare come con le fotocopie dove l’apparecchio viene dato in comodato d’uso. Il riutilizzo del pc l’ho visto fare in Africa dove si sono specializzati a riciclare gli scarti, tutti gli scarti del pianeta.
Una soluzione sarebbe il tecno-digiuno, non perché i pc siano cattivi in sé…solo il cellulare con il coltan è cattivo; con il tecno-digiuno dovremo dimostrare la nostra capacità a farne a meno: una forma di liberazione. Non è solo il pc da rendere sostenibile, ma tutto il mondo.

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