Social card? Per chi?
Niente da dire sulle misure anticrisi del Governo, solo rimarcare che sono insufficienti per affrontare una crisi che sarà lunga e di proporzioni grandissime: durerà qualche anno e cambierà il nostro modo di vivere odierno. Cambieremo il modo di consumare, anche se si farà di tutto per mantenere quello attuale.Una cosa però non si comprende: perché si è scelto di istituire una ‘social card’ invece che far pervenire i soldi direttamente sulle pensioni di chi ne avrebbe diritto? La ‘social card’ ha tutto il sapore di essere un’altra trovata italiana per fregare soldi allo Stato: in realtà servirà ad arricchire chi la stamperà e chi incasserà la commissione sull’uso. Alla faccia dei poveri.
Inoltre non tutti i negozi, dove andranno a fare acquisti i poveri che beneficiano di questo aiuto, saranno muniti dell’apparecchio per utilizzare questa ‘card’. Chi va dal fornaio sotto casa – l’importo che si ha a disposizione con questa ‘social card’ equivale ad 1 euro e 33 centesimi al giorno- non troverà certo il modo di usarla.
Allora torna la domanda: perché la ‘social card’? Forse per farne un cimelio di regime o un articolo da collezionisti? Chissà. Speriamo solo che la crisi oltre che trasformare i consumi ci faccia diventare anche più saggi.
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