domenica, agosto 30, 2009

Moralisti e stronzi

Nella guerra al massacro per far vedere chi è più stronzo tra gli stronzi, ecco che non si salva più nessuno. Vittorio Feltri, chiamato a dirigere il quotidiano 'il Giornale' di Berlusconi, accusa i moralisti che fanno la morale a Berlusconi di essere dei falsi moralisti. Uno su tutti è il direttore dell'Avvenire, Dino Boffo; per Feltri è un molestatore sessuale, essendo stato condannato per questo reato dal tribunale di Terni, e per questo non si accettano da lui le prediche. Bene. Come se non sapessimo che c'è una gara a far vedere che gli altri sono tutti più stronzi del capo del governo. La caccia agli stronzi di regime è partita e conoscendo gli italiani chissà dove approderà.
In fondo Vittorio Feltri è stato chiamato a dirigere il Giornale proprio per fare questa guerra: per difendere il grande capo dagli accusatori: tutti più stronzi di lui. Questa è l'Italia oggi. Questa è la classe dirigente e questa è la politica del regime berlusconiano.
Aveva iniziato proprio Berlusconi a mischiare il privato con il politico spedendo a milioni di famiglie il libretto con la sua biografia tutta 'rose e fiori'. L'Italia nel frattempo è sprofondata nel baratro e la sua biografia andrebbe riscritta alla luce di quanto è successo negli ultimi mesi: festini, servitori, conflitti e propaganda.
Questa forse è un'altra morale. Questa è l'amara constatazione di quanto sia stronzo in fondo tutto il popolo italiano, nel dare la fiducia, di volta in volta, ai personaggi più squallidi della sua storia.

venerdì, agosto 28, 2009

Attendo denuncia

''L'Italia è l'unico paese nel quale un giornale viene denunciato perchè fa le domande. speriamo che almeno il presidente voglia dichiarare la sua disponibilità a presentarsi in aula e a rispondere almeno alle domande dei giudici''. Io invito tutti gli organi di informazione, compresi i blog e i socialnetwork come Facebook, a pubblicare le dieci domande 'diffamatorie'.
Ecco le domande:

1) Signor presidente, come e quando ha conosciuto il padre di Noemi Letizia?
2) Nel corso di questa amicizia, quante volte vi siete incontrari e dove?
3) Come descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto Letizia, il padre di Noemi?
4) Perché ha discusso delle candidature europee con Letizia, che non è neanche iscritto al Pdl?
5) Quando ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?
6) Quante volte ha avuto modo di incontrare Noemi Letizia e dove?
7) Lei si occupa di Noemi e del suo futuro e sostiene economicamente la sua famiglia?
8) E' vero che lei ha promesso a Noemi di favorire la sua carriera nello spettacolo e in politica?
9) Veronica Lario ha detto che lei "frequenta minorenni". Ce ne sono altre che incontra o "alleva"?
10) Sua moglie dice che lei "non sta bene" e che andrebbe aiutato. Quali sono le sue condizioni di salute?

Attendo denuncia...

martedì, agosto 25, 2009

Rimbalza il clandestino

Oggi sul 'Decimonono' il quotidiano il SecoloXIX, Bruno Vespa chiede a Bossi Junior di levare il gioco sui clandestini, oltre che da FaceBook, anche dal suo pc. Il gioco 'Rimbalza il Clandestino' è un videogame dove con il mouse bisogna affondare delle barche con gli immigrati. Ma non si rende conto Bruno Vespa che per cambiare un comportamento o una cultura (se di cultura possiamo parlare) bisogna partire da un diverso sentire? Da un diverso modo di essere? Il gioco in fondo non è che il riaffiorare di un pensiero che pervade tutto un mondo, uno stato del concepire la vita e di conseguenza la relazione con il prossimo.
I percorsi di crescita personale sono sempre lunghi e a volte dolorosi, e non si fanno certamente eliminando un giochino dal computer personale...anzi quel computer è lo specchio di una mente che porta a spasso assenze, ovvero inconsapevolezze.
Bossi Junior ha pronta la carriera politica inseguendo l'ideologia paterna. Farà un suo tragitto di esperienze personali che mi auguro positive, certo è che parte da presupposti difficili: chiudersi a difesa, alzare muri, fa perdere prima di iniziare. A rimbalzare in questo caso sono altre cose e non dei disgraziati. Scommetto che con quel giochino, Renzo Bossi, riusciva invece a vincere.

mercoledì, agosto 19, 2009

La terra ai giovani- di Carlo Petrini


La vera terra dei contadini ... "La terra ai giovani" delle idee guida che nel caldo ferragostano la Lega lancia nello stagno della politica nazionale, questa è forse la più suggestiva. I nostri nonni libertari gridavano "La terra a chi la lavora" oppure "Terra e libertà".
Programmi ambiziosi per teste calde, sappiamo tutti come è andata a finire. Eppure mai come in questo momento la terra è diventata bene raro e prezioso, concentrata nelle mani di pochi, oggetto di speculazione nei paesi ricchi e di dominio nei paesi poveri. Mai come in questo momento il suo scopo primario, produrre cibo, va perdendo terreno, e non è un bisticcio, per lasciare spazio al cemento o ad impianti e coltivazioni per nuove fonti di energia. I contadini nei paesi industrializzati sono ormai una esigua minoranza, i giovani scappano dalle campagne del sud del mondo, in qualsiasi angolo del pianeta se chiedete ad un giovane qual è la sua ambizione lavorativa la percentuale che sceglie un lavoro agricolo è meno che modesta. Malgrado l’Unione europea per anni abbia dispensato ingenti somme per la politica agricola, solo nell’ultimo periodo sembra orientata ad invertire una logica che ha favorito maggiormente l’agroindustria e i grandi proprietari terrieri rispetto ai piccoli coltivatori. I politici di Bruxelles come quelli di Roma sono in larga parte incompetenti sulle questioni agricole e alimentari, per non parlare ,delle segreterie che se ne fregano con assoluta noncuranza. C’è qualche iscritto al Partito democratico che si ricorda il nome del ministro ombra dell’Agricoltura? Nessun problema tanto non gliene importa niente a nessuno. Non è vero che dinanzi a progetti seri e concreti non si possa stimolare l’interesse e la passione dei giovani, ma la politica deve fare la sua parte, deve costruire nuove opportunità, facilitare le condizioni per dare smalto a questo settore. Torniamo allora allo slogan: la terra ai giovani. Pare che Umberto Bossi abbia rilanciato l’idea dei ministri Zaia e Tremonti per l’utilizzo di terre demaniali da affidare ai giovani agricoltori. Sono tre ministri della Repubblica e se vogliono realizzare questo progetto anche in tempi brevi questo è possibile; ma mi dispiace per loro perché questa bella idea senza il supporto di altre disposizioni che debbono avvenire contestualmente sarà aria fritta, perché non troveranno un giovane che è uno in qualsiasi contrada d’Italia disposto a fare il contadino per vivere le attuali frustrazioni di chi lavora la terra, anche se questa gli è stata donata dal demanio sperando che sia fertile. Allora cari Zaia e Tremonti, visto che non appartenete a quella Roma ladrona che tanto spende e spande accogliete quattro importanti consigli che costano veramente poco o nulla se volete che l’idea della terra ai giovani non sia una fanfaluca. Primo: riducete drasticamente le procedure burocratiche che costringono migliaia di contadini a passare più tempo per accudire ad una modulistica obsoleta e inutile rispetto alla produzione dei terreni o all’allevamento animale. Anche le associazioni di categoria riducano questa mole di lavoro e impieghino il loro personale per operazioni di sostegno politico e culturale. Secondo punto: lavorate perché le banche aprano conti agevolati a questi giovani che non abbiano l’assillo dei primi anni di lavoro. Ma vegliate su queste agevolazioni perché siano vere e non fasulle, i soldi prestati ai contadini sono un investimento serio. Terzo punto: mobilitate il sistema universitario perché si metta al servizio dell’agricoltura di piccola scala e non solo dell’agroindustria. Ultimo consiglio: mercati di contadini in ogni città d’Italia sollecitate i comuni perché diventino parte attiva per essere al duplice servizio dei produttori e dei cittadini. Quattro cose che costano poco o nulla, quattro idee che se realizzate rendono il progetto credibile; diversamente con questo caldo oltre agli elmi e agli scudi della Lega lombarda potete anche rilanciare il sombrero di Emiliano Zapata almeno ci ripara dai colpi di sole.

*Pubblicato da La Repubblica il 18 agosto 2009

sabato, agosto 08, 2009

Il regime berlusconiano

Da tempo molti si domandano se stiamo vivendo già dentro un regime. La risposta, basta saperla vedere, è sì; sì, stiamo vivendo in un regime. Qualcuno chiama questo regime: 'dittatura della maggioranza'; la democrazia intesa come libertà di chi vince le elezioni di fare quello che vuole, senza confrontarsi con l'opposizione. Il Parlamento infatti è stato svuotato dalla funzione legislativa ed è diventato solo lo strumento per votare gli ordini del giorno governativi. Qualcuno dice che viviamo una sorta di fascismo mascherato da democrazia con l'informazione a senso unico e soggetta alle segreterie dei partiti.
Ma l'anomalia a mio parere è nel comunismo di Berlusconi. Lui che gridava la parola 'Libertà' nei comizi è il più illiberale dei protagonisti politici che ha avuto l'Italia nel dopoguerra. Berlusconi è in fondo un comunista: adora il culto della personalità, tipo Mao e Stalin; è un accentratore dei poteri; in economia è un monopolista(in campo editoriale possiede oltre il 50% dei media e usa l'intimidazione per zittire quello che non controlla); non tollera il dissenso. Chi è più bolscevico di Berlusconi?
Elencare tutte le storture, gli arbitrii, i danni, le sparate, gli strappi avvenuti in tutti questi anni, dalla 'discesa in campo' del 'presidente puttaniere', è un'impresa ardua. I regimi in Italia solitamente durano un ventennio; al termine di questa legislatura ci saremo. Cosa succederà? Non oso pensarlo vestito da rockettaro, con l'orecchino e la cresta da punk a impartire nuove mode e costumi: il regime continuerà.