In Italia sul tema della corruzione non riusciamo mai ad essere coerenti; anzi dato che corrotti e corruttori spesso si trovano nei gangli del potere, ecco che politici e criminali frequentemente condividono affari e destini.
Uno dei libri più interessanti che affronta questo tema è Il ritorno del Principe
Uscito in libreria il 27 giugno 2008 il libro, Il ritorno del Principe di Saverio Lodato e Roberto Scarpinato(Chiarelettere Editore, 368 pp., 15,60 Eu) affronta la mafiosità, quel comportamento diffuso specialmente qui in Italia, pare essere una componente costitutiva del potere: il richiamo al Principe di Macchiavelli, per cui ogni mezzo è lecito per l’esercizio del potere, è senza dubbio pregnante; quale democrazia può svilupparsi con questa premessa?
Di questo libro scrissi una recensione, pubblicata sul quotidiano online mentelocale.it il 4 novembre 2008.
Gli autori del libro inchiesta, Il ritorno del Principe, sono Saverio Lodato, giornalista e scrittore, che lavora per L'Unità, e Roberto Scarpinato, procuratore aggiunto presso la Procura antimafia di Palermo, dove dirige il Dipartimento Mafia-economia. Quest’ultimo è stato anche Pubblico Ministero al processo Andreotti.
Nel libro Roberto Scarpinato prende atto che il mondo degli assassini comunica con mille porte girevoli con le persone normali, con i tanti sepolcri imbiancati che occupano la scena…gli assassini, con i loro volti truci, molto spesso sono persone come noi che frequentano gli stessi salotti e le stesse chiese delle vittime… così abbiamo il dio dei dittatori e il dio degli oppressi, il dio dei corruttori e il dio dei poveri cristi, il dio dei mafiosi e il dio degli antimafiosi… così sono tutti bravi cristiani e in pace con loro stessi.
Alla luce degli ultimi avvenimenti, che riguardano soprattutto la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, ecco che si rimarca quanta ambiguità e voglia di continuare il gioco politico della collusione tra potere e malaffare- in questo caso la frode fiscale.
Avere le istituzioni democratiche al di sopra di ogni sospetto sarebbe cosa normale e invece...
In Italia vediamo come chi incappa nelle maglie della giustizia continua poi a frequentare gli stessi ambienti. La stessa gente non esita poi a licenziare e a bollare come ladri e farabutti gli altri, mentre si autoassolve in nome di una appartenenza ad una classe sociale superiore: sono senza vergogna.
mercoledì, ottobre 30, 2013
Il ritorno del Principe
domenica, ottobre 27, 2013
Niente succede per caso...
Niente succede per caso: si dice spesso ed è una verità incontestabile. Se poi parliamo di politica quel caso acquista una valenza particolare: fa succedere cose che riguardano il nostro essere collettivo, la comunità, l'insieme di azioni e controreazioni sociali.
Per questo si può affermare che, per quanto riguarda l'Italia, il grillismo è la diretta conseguenza del berlusconismo. Ancora di più l'astensionismo, il rifiuto della partecipazione politica è responsabilità dei personalismi e della nomenclatura partitica, di partiti che poi lo sono per modo di dire.
Il solo partito italiano, che tale si potrebbe definire, è il Partito Democratico che svolge congressi e alimenta dibattiti sulle scelte da fare in campo economico e sociale. Per il resto il vuoto.
Oggi abbiamo tra astensionismo e votanti del movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, una percentuale che supera il 55% degli elettori. Fatto grave per la democrazia.
Il movimento 5 Stelle è sorto su un'onda di antipolitica; non tutto però di questo movimento è da ritenere sbagliato: alcune istanze di rinnovamento e di pulizia sono necessarie per far cambiare rotta all'Italia.
Vent'anni di Berlusconi, al centro della vita politica, ha portato un degrado istituzionale e morale evidente. La fine di una parabola personale, politica e sociale è inevitabile sia per questioni anagrafiche sia per una naturale trasformazione temporale che modifica fisici e idee. Idee che riscontriamo anch'esse vincolate da quel Niente succede per caso a quell'Eterno Ritorno, di nietzschiana memoria.
Da alcuni fatti possiamo quindi intravedere un succedere prossimo venturo: Berlusconi muore; Forza Italia finisce; Beppe Grillo diventa senatore; il Movimento 5Stelle cambia nome; il PD si spacca; i socialisti ritrovano un vecchio sole nascente e si inizierà a parlare della scoperta di algoritmo capace di dare risposte ai vecchi problemi. La formula software sarà inserita in un'umanoide capace di dare fisicità al virtuale...
un nuovo Berlusconi?
Niente succede per caso.
martedì, ottobre 22, 2013
Ogni persona è una via
Foto di Maria Zambrano
Molte sono le strade per l’autorealizzazione; si potrebbe dire che ogni persona è una via per raggiungerla. Io ho incontrato molte strade ed ognuna conteneva semi di saggezza e verità; ognuna aveva la risposta giusta ad un problema.
Maria Zambiano (Filosofa spagnola e premio Cervantes) affermava, in Persona e Democrazia (1958): ‘Queste strade, per quanto diverse, hanno in comune il fatto di essere strade aperte dall'uomo nella selva oscura e compatta formata dagli dei, dalla confusione della natura e perfino dall'oscurità della sua mente. E' come se l'uomo si fosse finalmente messo in moto. Farsi strada é l'azione umana per eccellenza...perché l'uomo è egli stesso strada’.
Spesso si incontrano e si provano a percorrere queste strade in momenti difficili dell’esistenza: drammi, problemi, fatti tragici e difficoltà varie, facendo avvicinare le persone a particolari dottrine, filosofie e pratiche religiose; ognuna di queste rappresenta un conforto ed una rassicurazione per superare quelle particolari difficoltà del vivere. Ognuna quindi può essere utile e funzionare. Per certi versi si potrebbe pensare che un effetto placebo esiste anche per l’anima, per cui non importa a chi e a che cosa credere, l’importante è credere.
Io ho potuto constatare che c’è un filo che accomuna tutte le pratiche e le filosofie che aiutano la ricerca del proprio bene, insieme a quello degli altri: è il sapere della responsabilità delle nostre azioni; la consapevolezza di quanto i nostri comportamenti e i nostri desideri influiscano sul nostro destino.
In fondo tutte le strade sono dirette nell’interiorità del nostro essere, dove è posta la nostra verità.
Così sono dell’idea che nella nostra vita niente succeda mai veramente per caso, ed ogni cosa metta alla prova il cammino che ognuno intraprende per diventare ciò che è: questo è il senso profondo della nostra vita.
Per questo dobbiamo, nel corso della vita, fare i conti con molte cose; dobbiamo misurarci con meccanismi mentali e comportamentali che non ci appartengono, per realizzare quel miracolo di unicità e irripetibilità che ognuno rappresenta. Dobbiamo percorrere la nostra strada.
sabato, ottobre 19, 2013
Cos'è la scienza?
Cos'è quel percorso per conoscere la materia e le leggi che muovono l'universo? Ecco leggendo il piccolo libro Il senso delle cose, di Richard Feynman, si potrebbe dire in sintesi che la scienza è l'arte del dubbio.
Richard Feynman, che è stato uno dei più grandi fisici del ventesimo secolo a cui è stato conferito il premio Nobel nel 1965, raccoglie nel libro citato tre conferenze fatte a dei giovani universitari: L'incertezza della scienza- l'incertezza dei valori e Un'epoca scientifica la nostra?
Il sapere di non sapere con la ricerca continua, come sfida all'ignoto, è quello che attua il metodo scientifico, portandoci da un'ipotesi quasi certamente falsa ad una quasi certamente vera. Un quasi dunque che muove delle certezze per approssimazione. Più cerchiamo di conoscere e descrivere l'universo più il confine si allontana e appare irraggiungibile. Il mistero aumenta. L'immaginazione della Natura è più grande di quella dell'uomo. La meraviglia che osserviamo non la potevamo immaginare.
Prendiamo i meccanismi della vita: bellissimi; scopriamo con essi che ogni forma di vita è in relazione con ogni altra. Ad esempio: nelle piante, forme di vita molto lontane dagli animali, c'è la clorofilla, una sostanza molto importante nei processi che coinvolgono l'ossigeno e in noi troviamo un sistema di trasporto dell'ossigeno nel sangue-, chiamato emoglobina che ha la stessa composizione chimica, la stessa struttura ad anelli.
Feynman rileva...'Che alla base di ogni essere vivente vi sia la stessa chimica è una cosa fantastica. A pensare che che per molto tempo noi umani eravamo tanto orgogliosi da non voler riconoscere nessuna parentela con gli animali.
Se poi il nostro occhio avesse la possibilità di vedere gli atomi scoprirebbe che tutto l'universo è fatto degli stessi atomi e che la materia delle stelle è la stessa di cui siamo fatti noi.
Si è soliti dire che l'eccezione conferma la regola. Sbagliato. Per la scienza se c'è una eccezione la regola è sbagliata. Lo scienziato dovrebbe far di tutto per cercare le eccezioni; per far cadere le vecchie regole: questo è il progresso. La scienza è tutto quanto può essere esaminato tramite l'osservazione.
I periodi peggiori della storia dell'uomo sono stati quelli dove a comandare c'erano delle certezze. Dove era forte la presenza di persone che credevano in qualcosa con fede cieca e dogmatismo assoluto, prendendosi tanto sul serio tanto da pretendere che il mondo intero la pensasse come loro.
Un mistero è perché la Natura sia matematica, ovvero quelle leggi rispettino e abbiano quell'aspetto.
Saper convivere con il dubbio e l'incertezza non dovrebbe essere solo utile alla Scienza, ma ad ogni altro campo delle attività umane. La filosofia dell'incertezza rende possibile il progresso quale frutto della libertà di pensiero.
Per quanto riguarda la scienza nel rapporto con la religione si può sostenere subito che nessuno è in grado di sostenere la negazione di un Dio, tanto quanto la sua esistenza, ma resta chiaro che comunque quel Dio non potrà essere un Dio convenzionale descritto da una religione. Nessun Dio di qualunque religione è tanto grande da reggere la contemplazione dell'universo al di là della presenza umana.
Quello descritto dall'uomo è un Dio inadeguato: un semplice spettatore delle sue gesta racchiuse tra bene e male. Spesso poi la religione è entrata in conflitto con la scienza: dalla Terra che girava intorno al sole, alla discendenza animalesca ecc.
Ecco la Scienza: una continuo viaggio nell'interrogazione, nella ricerca di risposte alle cose più semplici...al senso delle cose, che paradossalmente rimanda ad altre. Altre cose che ci circondano e noi guardiamo attoniti e incantati.
lunedì, ottobre 14, 2013
Giuseppe Di Costanzo, filosofo e scrittore
Oggi avevo pronto un altro post, invece mi è arrivata la notizia dell'improvvisa morte di Giuseppe Di Costanzo, un filosofo napoletano a cui avevo presentato un libro a Genova il 26 settembre scorso, insieme all'amica Giusy Randazzo.
Ora sono basito, come tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Una perdita inaspettata che ha lasciato un senso di vuoto nei famigliari e amici. Ecco che qualunque post che non parlasse di Giuseppe Di Costanzo, oggi non avrebbe senso.
Un infarto ha colpito ieri pomeriggio Giuseppe Di Costanzo a Berlino. Lui andava spesso a Berlino. era una città in cui aveva trovato la sua seconda casa. I suoi studi sulla corrente filosofica dello Storicismo Critico Tedesco, in particolare sulla formazione culturale e filosofica di Friedrich Meinecke e successivamente di Otto Hintze, lo portavano spesso in Germania.
Io sono stato onorato dell'occasione datami, con la presentazione del suo libro, 'tutto tranne l'amore', di essergli divenuto amico. Avevamo subito preso l'impegno di rivederci e di organizzare altre cose insieme. Era un napoletano speciale, fisicamente sembrava più tedesco: dai tratti del viso e dalla sua fattura alta e robusta; la sua simpatia poi era napoletana, contagiosa e non disdegnava di improvvisare imitazioni perfette di personaggi conosciuti. Con l'impegno di fargli conoscere un po' Genova lo portai a Boccadasse a prendere la panera -una specialità semifredda genovese-, fu una serata bellissima e insieme scoprimmo anche la comune passione per il cinema. Imitò Alberto Sordi e altri attori.
Ora mi rimane il ricordo della sua immagine che non voglio dimenticare.
Ciao caro Giuseppe, caro amico di pochi giorni, non ti scorderò.
martedì, ottobre 08, 2013
Il bosone di Higgs, chiamato erroneamente particella di Dio. Nobel per la Fisica 2013
Il bosone di Higgs chiamato erroneamente particella di Dio, ha fatto vincere il Nobel per la Fisica 2013.
Era previsto e puntuale è arrivato il premio Nobel a Peter W. Higgs che nel lontano 1964 aveva previsto l'esistenza di un bosone -che sarà in seguito chiamato 'particella di Dio'-, una particella che è necessaria a tenere insieme la materia.
Il bosone di Higgs, come comunemente viene indicata questa particella, costringe a interagire e ad aggregare tutti i componenti della materia, diventando massa: materia concreta così come la conosciamo noi.
Per i fisici è la conferma di una teoria chiamata Modello Standard: una teoria che prevede che le 12 particelle elementari, mattoni presenti in tutta la materia sia infinitamente piccola che grande, comprendano altre 12 particelle tipo i fotoni e i gluoni, che sono la colla che unisce fra loro i mattoni della materia, come i quark nel nucleo dell'atomo.
Ad ogni modo il britannico Peter Higgs è ateo (come la maggioranza degli scienziati) e non è d'accordo a chiamare la particella da lui pensata, poi scoperta e vista (al Cern di Ginevra con il super acceleratore Lhc), particella di Dio.
Questa particella potrebbe essere definita di Dio per il fatto che è l'unica particella che ha la capacità di trasformare l'energia in massa. Di rallentare la velocità della luce dando corpo a particelle come i fotoni, i quark, gli atomi ecc... Se in principio c'era la luce...ecco che tramite questo bosone venne creata tutta la materia: tutte le cose del creato.
All'inizio il nome dato a questa particella era goddamn particle, che significa particella maledetta o dannata, poichè difficile da individuare; fu solo una errata traduzione a trasformarla in particella dio.
Questo Nobel per la Fisica 2013 è stato assegnato anche al belga François Englert (81 anni), della Libera Università di Bruxelles; anche lui aveva fatto la congettura dell'esistenza di questa particella grazie alla quale esiste la massa. Ad ognuno degli scienziati andrà il premio di 8 milioni di corone svedesi, equivalenti a 920.000 euro.
giovedì, ottobre 03, 2013
Una conversazione stimolante
Da un dialogo davvero interessante -del post precedente- ad una conversazione stimolante...
Alcune sere fa ero a tavola con degli amici e una persona appena conosciuta che da subito incuriosì i presenti: il suo eloquio rivelava conoscenze in diversi campi e una vasta cultura. Lui, un uomo di oltre cinquant'anni, ad una precisa richiesta sulla sua vita sentimentale rispose che aveva un compagno con cui viveva da diversi anni.
Ma allora sei omosex? Chiese subito un commensale.
La risposta fu pronta: Non so come la pensi, ma nel mio percorso sentimentale non c'è spazio per una identificazione sessuale...io credo che l'individuazione di genere nella ricerca della felicità, la sessualità limiti la libertà e la verità dei sentimenti d'amore. Se stai bene con una persona, stai bene. Se si ama, si ama. Il resto è sovrastruttura.
Sovrastruttura! Era da tempo che non ascoltavo l'argomentazione puntuale di una scelta che escludesse la sovrastruttura.
Sovrastruttura: questa parola mi fece ricordare Karl Marx e la sua filosofia.
Marx in breve sosteneva che '...Nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, in rapporti di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali. L’insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ossia la base reale sulla quale si eleva una sovrastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono forme determinate della coscienza sociale. Il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo sociale, politico e spirituale della vita'.
Ancora: 'Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza.'.
In effetti la sovrastruttura è ogni tipo di concetto, non attinente ai rapporti economici, che determina la sostanza dei rapporti umani. Fondamentale a tal proposito è il ruolo creato dalla cultura dominante per meglio controllare la società. Quindi nella dialettica marxiana la sovrastruttura non dovrebbe distinguere le effettive entità nel mondo.
Questa è la sintesi del Karl Marx filosofo. Già, la nostra società dividendoci anche in maschi e femmine in un certo senso dà forma ad una società arcaica. La storia vera dell'umanità allora inizierà quando anche questa divisione sarà superata.
Questo è stato il mio pensiero inespresso in quel momento, ma che ora mi è tornato alla mente leggendo di omofobia e razzismo.
Spero che Karl Marx sia letto e riletto. Un approccio scientifico al perchè non riusciamo tra le tante ragioni ad uscire da certe gabbie.
martedì, ottobre 01, 2013
Un dialogo davvero interessante tra un Papa e un ateo
Questa è la parte finale del dialogo pubblicato da la Repubblica, tra Papa Francesco ed Eugenio Scalfari.
la Repubblica di oggi 1 ottobre 2013
Il Papa Francesco: «...Ma ora lasci a me di farle una domanda: lei, laico non credente in Dio, in che cosa crede? Lei è uno scrittore e un uomo di pensiero. Crederà dunque a qualcosa, avrà un valore dominante. Non mi risponda con parole come l’onestà, la ricerca, la visione del bene comune; tutti principi e valori importanti, ma non è questo che le chiedo. Le chiedo che cosa pensa dell’essenza del mondo, anzi dell’universo. Si domanderà certo, come tutti, chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo. Se le pone anche un bambino queste domande. E lei?».
Eugenio Scalfari: Le sono grato di questa domanda. La risposta è questa: io credo nell’Essere, cioè nel tessuto dal quale sorgono le forme, gli Enti.
«E io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico, esiste Dio. E credo in Gesù Cristo, sua incarnazione. Gesù è il mio maestro e il mio pastore, ma Dio, il Padre, Abbà, è la luce e il Creatore. Questo è il mio Essere. Le sembra che siamo molto distanti?»
Siamo distanti nei pensieri, ma simili come persone umane, animate inconsapevolmente dai nostri istinti che si trasformano in pulsioni, sentimenti, volontà, pensiero e ragione. In questo siamo simili.
«Ma quello che voi chiamate l’Essere vuole definire come lei lo pensa?».
L’Essere è un tessuto di energia. Energia caotica ma indistruttibile e in eterna caoticità. Da quell’energia emergono le forme quando l’energia arriva al punto di esplodere. Le forme hanno le loro leggi, i loro campi magnetici, i loro elementi chimici, che si combinano casualmente, evolvono, infine si spengono ma la loro energia non si distrugge. L’uomo è probabilmente il solo animale dotato di pensiero, almeno in questo nostro pianeta e sistema solare. Ho detto è animato da istinti e desideri ma aggiungo che contiene anche dentro di sé una risonanza, un’eco, una vocazione di caos.
«Va bene. Non volevo che mi facesse un compendio della sua filosofia e mi ha detto quanto mi basta. Osservo dal canto mio che Dio è luce che illumina le tenebre anche se non le dissolve e una scintilla di quella luce divina è dentro ciascuno di noi. Nella lettera che le scrissi ricordo d’averle detto che anche la nostra specie finirà ma non finirà la luce di Dio che a quel punto invaderà tutte le anime e tutto sarà in tutti».
Sì, lo ricordo bene, disse “tutta la luce sarà in tutte le anime” il che — se posso permettermi — dà più una figura di immanenza che di trascendenza.
«La trascendenza resta perché quella luce, tutta in tutti, trascende l’universo e le specie che in quella fase lo popolano. Ma torniamo al presente. Abbiamo fatto un passo avanti nel nostro dialogo. Abbiamo constatato che nella società e nel mondo in cui viviamo l’egoismo è aumentato assai più dell’amore per gli altri e gli uomini di buona volontà debbono operare, ciascuno con la propria forza e competenza, per far sì che l’amore verso gli altri aumenti fino ad eguagliare e possibilmente superare l’amore per se stessi».
Qui anche la politica è chiamata in causa.
«Sicuramente. Personalmente penso che il cosiddetto liberismo selvaggio non faccia che rendere i forti più forti, i deboli più deboli e gli esclusi più esclusi. Ci vuole grande libertà, nessuna discriminazione, non demagogia e molto amore. Ci vogliono regole di comportamento ed anche, se fosse necessario, interventi diretti dello Stato per correggere le disuguaglianze più intollerabili».
Santità, lei è certamente una persona di grande fede, toccato dalla grazia, animato dalla volontà di rilanciare una Chiesa pastorale, missionaria, rigenerata e non temporalistica. Ma da come parla e da quanto io capisco, Lei è e sarà un Papa rivoluzionario. Per metà gesuita, per metà uomo di Francesco, un connubio che forse non si era mai visto. E poi, le piacciono i “Promessi Sposi” di Manzoni, Holderlin, Leopardi e soprattutto Dostoevskij, il film “La strada” e “Prova d’orchestra” di Fellini, “Roma città aperta” di Rossellini ed anche i film di Aldo Fabrizi.
«Quelli mi piacciono perché li vedevo con i miei genitori quando ero bambino».
Ecco. Posso suggerirle di vedere due film usciti da poco? “Viva la libertà” e il film su Fellini di Ettore Scola. Sono certo che le piaceranno.
Sul potere gli dico: lo sa che a vent’anni ho fatto un mese e mezzo di esercizi spirituali dai gesuiti? C’erano i nazisti a Roma e io avevo disertato dalla leva militare. Eravamo punibili con la condanna a morte. I gesuiti ci ospitarono a condizione che facessimo gli esercizi spirituali per tutto il tempo in cui eravamo nascosti nella loro casa e così fu.
«Ma è impossibile resistere ad un mese e mezzo di esercizi spirituali» dice lui stupefatto e divertito. Gli racconterò il seguito la prossima volta. Ci abbracciamo. Saliamo la breve scala che ci divide dal portone. Prego il Papa di non accompagnarmi ma lui esclude con un gesto. «Parleremo anche del ruolo delle donne nella Chiesa. Le ricordo che la Chiesa è femminile».
E parleremo se Lei vuole anche di Pascal. Mi piacerebbe sapere come la pensa su quella grande anima.
«Porti a tutti i suoi familiari la mia benedizione e chieda che preghino per me. Lei mi pensi, mi pensi spesso».
Ci stringiamo la mano e lui resta fermo con le due dita alzate in segno di benedizione. Io lo saluto dal finestrino. Questo è Papa Francesco. Se la Chiesa diventerà come lui la pensa e la vuole sarà cambiata un’epoca.
Questo dialogo dice molte cose di questo Papa: affronta la Scienza e la modernità senza chiusure, insegnando a molti cattolici e cristiani come rapportarsi con le differenze del pensiero ideologico e scientifico. Illuminante è la frase: 'Nella lettera che le scrissi ricordo d’averle detto che anche la nostra specie finirà ma non finirà la luce di Dio che a quel punto invaderà tutte le anime e tutto sarà in tutti'.
Già, la nostra specie finirà...in perfetta aderenza scientifica darwiniana; allora quel Dio che ci ha creati a sua immagine e somiglianza dal nulla, non finirà con la sua fragile e mortale creatura, ma continuerà e invaderà tutte le anime e tutto sarà in tutti. Una visione olistica che travalica il Dio di parte di tutte le religioni; quello ebreo di un solo popolo o quello dell'Islam accogliente e misericordioso dei musulmani insieme a quello onnipotente e vendicativo- capace di somministrare paradisi e inferni- come quello cattolico.
Per finire il Papa ricorda a Scalfari: Parleremo anche del ruolo delle donne nella Chiesa. Le ricordo che la Chiesa è femminile...
Fantastico! La rivoluzione della Chiesa Apostolica Romana è forse all'inizio...ne vedremo delle belle.