La vita è relazione e la relazione è vita. E' nel rapporto con noi stessi e con gli altri che noi costruiamo la nostra vita. Purtroppo, come vedremo, buona parte delle nostre azioni sono falsate dal condizionamento che riceviamo a vari livelli. Salutiamo, sorridiamo, conversiamo amabilmente o ci mostriamo indignati, molto spesso per convenzione, per ubbidire a regole sociali più che per spontaneità. Il nostro essere che avvertiamo carente, mancante, cerchiamo di riempirlo con l'amore. Da qui l'antinomia di avere o essere, accompagna il cammino dell'uomo.
Ogni essere vivente, porta in se una costitutiva mancanza d'essere: nessun vivente può essere tutto l'Essere. Da questa mancanza, nasce il bisogno di un oggetto altro da se. Ciò si applica sia al bisogno di cibo, sia al bisogno sessuale.
L’uomo è l’essere che fa della relazione l’elemento fondamentale della sua esistenza. Non c’è vita senza relazione. Se poi comprendiamo che non cessiamo mai di comunicare, scopriamo quanto diciamo agli altri di noi, senza che lo sappiamo.
La relazione è causa ed effetto della qualità della nostra vita: è il metro che misura il nostro benessere e malessere. Nel gioco degli specchi con cui riconosciamo e valutiamo i comportamenti e tutte le cose, il rapporto relazionale che abbiamo con noi stessi si riflette nelle relazioni che costruiamo con il prossimo. Un ventaglio ampio di relazioni assertive, positive e paritarie segnano la capacità di vivere e affrontare i problemi quotidiani.
La libertà è quello che ci rende forti nella relazione, poiché possiamo permetterci di accettare gli altri così come sono. Rafforzando la nostra essenza miglioriamo le relazioni; diventiamo padroni del nostro spazio relazionale.
Nessuno insegna o spiega come governare e comprendere i nostri comportamenti. L’educazione così come è intesa oggi, prepara a comportamenti stereotipati, a risposte conformiste, a ragionamenti banali senza far apprendere nuove strategie alla nostra mente in risposta ai problemi; in sintesi a stimolare la mente creatrice. Nuovi pensieri creano nuove sinapsi, nuove realtà, nuove strategie per affrontare la vita e superare il disagio. Il dolore segnala un malessere legato ad una mappa inconscia, ad un fatto traumatico e a credenze sbagliate. Il dolore psichico è una domanda senza risposta.
La relazione interna, che condiziona quelle esterne, è spesso inconsapevole e genera pensieri automatici. Dobbiamo imparare ad ascoltarci e insieme a lasciarci andare nel senso di utilizzare maggiormente l'intelligenza intuitiva, la nostra mente creativa. Con la meditazione riusciamo a fare presenza, ad esercitare la ginnastica del qui e ora.
La qualità della vita dipende dal nostro dialogo interno. L’automatismo spinge l’energia in un certo senso. Con la mente creativa riusciamo ad elaborare il comportamento automatico. Conoscere significa distinguere; le generalizzazioni solitamente fanno emergere una scarsa coscienza, fanno comprendere quanta poca consapevolezza si ha del proprio pensiero.
Fermiamoci un momento.
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