domenica, febbraio 23, 2014

Un'intera vita - romanzo di Aharon Appelfeld

C'è uno scrittore, Aharon Appelfeld, diventato uno dei maggiori scrittori israeliani e tra i più grandi e letti al mondo- tradotto in più di trenta lingue- che ha praticamente scritto con oltre 9 romanzi la stessa storia: è quella che ha vissuto sulla propria pelle di sopravvissuto alla Shoa.
Il suo è il racconto di sopravvissuto ad uno dei drammi più indicibili della storia umana. Entrando nel mistero dell'uomo, capace di tali crudeltà, egli si sentì di astenersi dal giudizio...dalla perdita del senso del divino che alberga in ognuno.
In quella atroce esperienza, in cui il giovanissimo Appelfeld perse sua madre e i suoi nonni, riuscì a trarre la rievocazione della sua infanzia come un mosaico dove tessere i ricordi con mille voci diverse che raccontano la medesima storia di crudeltà e solitudine.
Per arrivare a ciò è stato necessario ad Appelfeld un lungo periodo di silenzio. Deportato da bambino e sfuggito per miracolo all’inferno del lager, si è rifiutato per tanto tempo di ricordare e di parlare. La scrittura aiuterà Aharon Appelfeld a ricostruire e a raccontare quell'atroce passato.
Approdato in Israele nel 1946 -a 14 anni- imparò l'ebraico e si laureò all'Università di Gerusalemme in letteratura, insegnando poi all'Università Ben Gurion del Negev.
Io ho letto in questi giorni Un'intera vita. In questo libro si racconta il dramma della perdita della madre che lui stesso ha subito a sette anni. In Un'intera vita la protagonista è invece una ragazzina di 13 anni, Helga, che si mette in cammino per trovare la mamma ebrea internata in un campo di lavoro.
I riferimenti biografici sono molti e rimandano allo struggente ricordo della famiglia perduta ed in particolare alla figura della madre.
Il viaggio che compirà Helga (Aharon) in Un'intera vita è un viaggio tra gli uomini sempre capaci di fare del male all'altro, fisicamente e spiritualmente. Molte volte senza ragione. L'assenza di risposta a questo fatto, resta un disperante punto di domanda.
Il periodo vissuto con i criminali fornisce gli strumenti per capire gli esseri umani. Lì ho imparato la generosità, l'odio, la brutalità, tutti i sensi dell'essere umano. Ovviamente questi criminali lo picchiavano, ma Appelfeld ripensandoli prova comunque calore nei loro confronti. Non tutti i criminali sono veri criminali.
Appelfeld giunge ad un conclusione: La bellezza esiste e il reale non è solo il male che ci raggiunge, ma il Mistero di Dio e della storia che si affida al nostro cuore.

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