L'ossessivo ancoraggio del nostro vivere al PIL (il Prodotto Interno Lordo) dimostra quanta stupidità pervada la ricerca del cosiddetto benessere umano.
Non solo la crescita del PIL vorrebbe essere l'unica strada per uscire da una crisi economica, che ha proprio nella crescita del PIL e nelle sue distorsioni trova la causa della stessa crisi, ma è anche una ricetta semplicistica. Ma davvero per uscire dalla attuale situazione economica bisogna incrementare i consumi? Quelli che misura il PIL?
Ormai non c'è giornale quotidiano e televisivo che non apra la cronaca senza la notizia dell'andamento del PIL e della Borsa. Viviamo una condanna a crescere sempre; ad aumentare consumi, merci e territorio. Ricordo un intervento del lontano 18 marzo 1968, in cui Bob Kennedy sosteneva che Il PIL misurava tutto, eccetto ciò che rendeva la vita veramente degna di essere vissuta. Quel discorso durissimo contro il PIL diceva:
'Con troppa insistenza e troppo a lungo, sembra che abbiamo rinunciato alla eccellenza personale e ai valori della comunità, in favore del mero accumulo di beni terreni. Il nostro Pil ha superato 800 miliardi di dollari l'anno, ma quel PIL - se giudichiamo gli USA in base ad esso - comprende anche l'inquinamento dell'aria, la pubblicità per le sigarette e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine settimana. Il Pil mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende il fucile di Whitman e il coltello di Speck, ed i programmi televisivi che esaltano la violenza al fine di vendere giocattoli ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Comprende le auto blindate della polizia per fronteggiare le rivolte urbane. Il Pil non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia, la solidità dei valori famigliari o l'intelligenza del nostro dibattere. Il Pil non misura né la nostra arguzia, né il nostro coraggio, né la nostra saggezza, né la nostra conoscenza, né la nostra compassione, né la devozione al nostro Paese. Misura tutto, in poche parole, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull'America ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani'.
Sono passati 46 anni -quasi mezzo secolo- e siamo ancora alle prese con queste misure. In questo contesto il discorso del Papa Francesco, fatto oggi a Seul, riprende un concetto forte e invita a fare scelte sempre più attuali: 'Respingere i modelli economici disumani che creano nuove forme di povertà ed emarginano i lavoratori. (...) Bisogna combattere le economie che rendono schiavi'. Bene, ma l'altra economia quale è?
Intanto da settembre 2014 sarà introdotto un nuovo sistema europeo dei conti nazionali e regionali: il Sec2010. Con questo metodo si prevede che siano prese in considerazione per il calcolo del PIL italiano anche le attività illegali: droga, prostituzione e contrabbando. Di bene in meglio.
Alla fine degli anni '80 l'ONU elaborò un Indice di Sviluppo Umano (HDI) che misurasse lo sviluppo non solo sulla crescita economica ma anche gli ambiti fondamentali del vivere in società: la promozione dei diritti umani, in primo luogo quello alla convivenza pacifica, la difesa dell'ambiente, delle risorse territoriali sostenibili, i servizi sanitari e sociali- con attenzione alle fasce di popolazioni più vulnerabili-, il miglioramento dell’educazione, con particolare attenzione all’educazione di base quali l’alfabetizzazione; la partecipazione democratica, l’equità delle opportunità di sviluppo e d’inserimento nella vita sociale...
Potrebbe essere questo il vero indicatore del PIL. Potrebbe essere questo il parametro per conoscere se siamo progredendo veramente o invece regrediamo rendendoci schiavi di una economia inventata dall'uomo.
Qui si possono trovare i dati UNDP (United Nation Development Programme) ovvero quelli dello Sviluppo Umano del 2014.
sabato, agosto 16, 2014
Il PIL e la misura del benessere...ma quale? Non certamente quello che rende felici e aumenta la qualità della vita
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