sabato, febbraio 21, 2015

Sottomissione, l'ultimo romanzo di Michel Houellebecq

Ogni volta che esce un libro di Michel Houellebecq nasce una polemica, un 'caso' politico; d'altronde tutti i suoi romanzi, da 'Le particelle elementari' a quest'ultimo 'Sottomissione' hanno come protagonisti la miseria umana e la solitudine soverchiante, anche frutto di una cultura che non ha più niente da dire. Naturalmente questo rimanda ad una sovrastruttura sociale dove l'occidente, il capitalismo e l'economia politica giocano il ruolo principale e sottaciuto degli eventi.
Nel suo primo romanzo 'Estensione del dominio della lotta', il meccanismo perseguito da Michel Houellebecq si rende chiaro; ma con un cinismo e una disillusione che paradossalmente ci riscatta: fino a quanto sapremo sopportare tutto? Ecco che Sottomissione oltre a ripiombare nelle paure, nel privato, nell'individualismo, fornisce una risposta a tutto ciò, per cui l'islam è e può rappresentare una salvezza: rimette ordine al disordine che una cultura filosofico nichilista ha provocato. Con Sottomissione quello che potrebbe essere un racconto fantapolitico diviene verosimile sbocco alla crisi dell'occidente.
Il racconto della crisi del protagonista del libro è un docente universitario alla Sorbona di nome François, che in prima persona descrive i suoi stati d'animo abbondando in elucubrazioni filosofico letterario-sociali che divagano dallo scrittore - Karl Huysmans, uno dei padri del decadentismo tardo ottocentesco- di cui è un esperto a Nietzsche; queste hanno lo scopo di disegnare una confusione e tristezza di cui tutti siamo avvolti. L'islamizzazione a questo punto ridà certezze; questa sottomissione accettata volontariamente riporta sicurezze.
Un romanzo quindi non contro l'islam, come poteva supporre qualcuno, ma un 'benvenuto' ad un'ideale, ad una religione, ad una filosofia che riporta ordine.
In fondo poi l'Islam realizza i desideri di Michel Houellebecq, autore: lui come il protagonista decide volontariamente una sottomissione ad Allah, come le donne si sottomettono all'uomo, al maschio. Il ritorno ad un patriarcato rafforzato dalla poligamia ormai legalizzata, permetterebbe poi di giacere con fanciulle servizievoli e adoranti. La sottomissione del titolo del libro diventa così l’esito naturale a cui devono tendere tutti i conservatori. La destra non vorrebbe forse ridimensionare il ruolo delle donne, imporre la morale, e restaurare l’orgoglio nazionale? Cosa c'è di meglio, dunque, che diventare musulmani?
Siamo in Francia nel 2022 e i partiti per sbarrare la strada a Marine Le Pen si alleano. Ecco che grazie alla sinistra il candidato islamico moderato, fondatore del partito della Fraternità musulmana, Mohammad Ben Abbas, diventa Presidente della Francia. Sarà lui il lungimirante politico che fondando la politica sui valori, e sul ritorno al patriarcato, anziché sull’economia e sul tasso di crescita del pil, riporterà la Francia ad essere la grandeur.
Con un presidente musulmano la Francia ritorna poco alla volta alla normalità; ritorna a quello che in fondo vogliono tutti.

P. S. Il caso ha fatto sì che il giorno dell'attesa uscita del libro Sottomissione (Bompiani, 2015) in Francia — il 7 gennaio — fosse quello in cui è stato sferrato l'attacco terroristico alla redazione di Charlie Hebdo. Per questo motivo si è pensato ad una sorta di preveggente rivoluzione islamica -descritta nel libro...niente di vero, ma comunque l'uscita del libro è stata rimandata di una settimana.

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