venerdì, luglio 17, 2015

César Vallejo Mendoza. Un poeta peruviano

César Vallejo Mendoza, mi ha parlato di questo grandissimo poeta peruviano un amico della stessa nazione sudamericana; un poeta César Vallejo Mendoza, che io non conoscevo. Questo poeta è stato definito da Thomas Merton (scrittore e religioso statunitense dell'ordine dei monaci Trappisti, autore di oltre sessanta tra saggi e opere in poesia e in prosa dedicati soprattutto ai temi dell'ecumenismo):'il più grande poeta universale, dopo Dante'
Laureato in lettere nel 1915, César Vallejo, dopo aver pubblicato Trilce nel 1923 e perso il posto di insegnante a Lima, emigrò in Europa, dove visse fino alla sua morte avvenuta a Parigi nel 1938. Fu sepolto nel Cimitero di Montparnasse.
César Vallejo è il poeta della povertà fino alla miseria. È il poeta del poco e del nulla, che non basta, ma deve essere fatto bastare, perché non c’è altro. In questo drammatico orizzonte, alla povertà del quotidiano, si oppone l’implicita ricchezza, sia pure ironica di un’epica, che non può essere trionfalistica se non del trionfalismo del puntigli umano, che non si arrende.

Ecco due poesie trovate in Rete che mi sono piaciute:

Ágape
Hoy no ha venido nadie a preguntar;
ni me han pedido en esta tarde nada.
No he visto ni una flor de cementerio
en tan alegre procesión de luces.
Perdóname, Señor: qué poco he muerto!
En esta tarde todos, todos pasan
sin preguntarme ni pedirme nada.
Y no sé qué se olvidan y se queda
mal en mis manos, como cosa ajena.
He salido a la puerta,
y me da ganas de gritar a todos:
Si echan de menos algo, aquí se queda!
Porque en todas las tardes de esta vida,
yo no sé con qué puertas dan a un rostro,
y algo ajeno se toma el alma mía.
Hoy no ha venido nadie;
y hoy he muerto qué poco en esta tarde!

Traduzione

Agape
Oggi nessuno mi ha fatto domande;
né questa sera mi hanno chiesto nulla.
Neanche un fiore di cimitero ho visto
in un corteo così allegro di luci.
Dio, perdono: son morto così poco!
In questa sera tutti, tutti passano
e non domandano o chiedono nulla.
E non so cosa scordano e mi resta
appena in mano, come cosa d’altri.
Sono andato alla porta,
e mi vien voglia di gridare a tutti:
Se vi manca qualcosa, qui è rimasto!
Perché tutte le sere in questa vita,
non so che porte sbattono su un viso,
e cosa d’altri prende la mia anima.
Nessuno oggi è venuto;
oggi son morto poco in questa sera!

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Un hombre pasa con un pan al hombro…
Un hombre pasa con un pan al hombro
¿Voy a escribir, después, sobre mi doble?
Otro se sienta, ráscase, extrae un piojo de su axila, mátalo
¿Con qué valor hablar del psicoanálisis?
Otro ha entrado a mi pecho con un palo en la mano
¿Hablar luego de Sócrates al médico?
Un cojo pasa dando el brazo a un niño
¿Voy, después, a leer a André Bretón?
Otro tiembla de frío, tose, escupe sangre
¿Cabrá aludir jamás al Yo profundo?
Otro busca en el fango huesos, cáscaras
¿Cómo escribir, después, del infinito?
Un albañil cae de un techo, muere y ya no almuerza
¿Innovar, luego, el tropo, la metáfora?
Un comerciante roba un gramo en el peso a un cliente
¿Hablar, después, de cuarta dimensión?
Un banquero falsea su balance
¿Con qué cara llorar en el teatro?
Un paria duerme con el pie a la espalda
¿Hablar, después, a nadie de Picasso?
Alguien va en un entierro sollozando
¿Cómo luego ingresar a la Academia?
Alguien limpia un fusil en su cocina
¿Con qué valor hablar del más allá?
Alguien pasa contando con sus dedos
¿Cómo hablar del no-yó sin dar un grito?

Traduzione
Un uomo passa con il pane in spalla…
Un uomo passa con il pane in spalla.
Potrò scrivere dopo sul mio sosia?
Un altro si siede, si gratta, cava un pidocchio dall’ascella, lo schiaccia.
Con che ardire parlar di psicoanalisi?
Un altro mi è entrato nel petto con un palo nella mano.
Parlare poi di Socrate col medico?
Passa uno zoppo e dà il braccio ad un bimbo.
Potrò leggere dopo André Bretón?
Un altro trema dal freddo, tossisce e sputa sangue.
Ci starà un’allusione all’Io profondo?
Un altro cerca nel fango, i noccioli ed i gusci.
Come descriver dopo l’infinito?
Un muratore cade da un tetto, muore e non pranza più.
Innovare poi il tropo, la metafora?
Un commerciante ruba un grammo sul peso ad un cliente.
Parlar dopo di quarta dimensione?
Un banchiere falsifica il bilancio.
Con quale faccia piangere a teatro?
Un paria dorme e ha un piede sulla schiena.
Parlar dopo a qualcuno di Picasso?
C’è chi singhiozza lì ad un funerale.
Come fare poi ingresso all’Accademia?
C’è chi pulisce il fucile in cucina.
Con che ardire parlar dell’aldilà?
C’è chi passa contando sulle dita.
Come parlar del non-io senza un urlo?

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