Ho sostenuto -naturalmente non solo io- che essere espulsi dall'euro, come uscirne, è una cosa non fattibile né tecnicamente né politicamente. La moneta Euro in quanto moneta corrente e legale in tutto il mondo non può essere messa fuori legge.
In Grecia le persone corrono a prendersi gli Euro in banca per paura che con il ritorno alla Dracma i loro risparmi (tramutati dalle banche in una nuova moneta) perdano tutto il valore. Il fatto è che nel loro mercato interno nessuno vorrebbe la nuova Dracma, ma ognuno -ad iniziare dai commercianti- desidererebbe essere pagato sempre in Euro.
Una nuova moneta servirebbe soltanto al governo greco per pagare i suoi dipendenti e i suoi debiti interni -non quelli esterni che dovranno sempre pagarli in Euro. Questo aiuterebbe il governo a scapito di una forte inflazione (lo Stato greco inizierebbe a stamparsi da sé la moneta in quantità utile per sé). Il resto sarebbe un ritorno al doppio mercato che esisteva un po' prima dell'entrata in corso dell'Euro.
Allora? Cos'è tutta questa manfrina e pseudo-trattativa? Niente.
A detta di Giuseppe Turani questo 'niente' è solo una disputa politica tra chi vuole un “bel gesto” verso la Grecia (umiliando un po’ la Germania) e chi invece vuole lasciare le cose come stanno.
Giuseppe Turani (articolo su blitzquotidiano.it )sostiene che la questione del debito greco non esista perché:
'Il debito greco (e non importa qui quanto sia alto) è in grandissima parte nei confronti di istituzioni pubbliche europee (più Fondo monetario). Si tratta di un debito che non verrà mai ripagato (esattamente come quello italiano). Accade che alle varie scadenze viene regolarmente rinnovato. Da un punto di vista formale si rimborsano le vecchie cedole e se ne emettono di nuove, per pari importo (o più). I fondi necessari, naturalmente, sono forniti da quelle stesse istituzioni pubbliche già creditrici della Grecia. Chi ha prestato mille alla Grecia, alla scadenza incassa mille, e poi ripresta alla Grecia mille. Un giro di conto. Niente di più.
Tutto quindi si riduce al pagamento degli interessi, che sono modestissimi dato che in questo momento i tassi di interesse sono bassissimi. La gestione del debito, cioè, costa alla Grecia, come a altri debitori (tipo Italia) pochissimo perché il costo del denaro oggi è vicino a zero. Questo, fra l’altro, è uno dei punti forti delle teorie di Krugman, il quale sostiene che conviene fare debiti per rilanciare l’economia perché tanto il denaro non costa niente.
Se il debito della Grecia venisse cancellato interamente, che cosa cambierebbe? Assai poco. Il giorno dopo la Grecia (come l’Italia, nel caso) riprenderebbe a fare debiti e andrebbe quindi rifinanziata ad opera degli stessi finanziatori pubblici di oggi (il mercato non dà un euro a Atene).
Ma allora perché tutta questa guerra sulle “condizioni” per accettare di dare nuovi finanziamenti alla Grecia? Solo perché possa “ripagare” il debito, cosa che nessuno pretende. No. Solo perché la smetta di gettare soldi nello scarico del lavandino, come ha fatto in tutti questi anni. Il debito della Grecia, per essere chiari, è di competenza dei finanziatori, cioè dell’Europa. Per la Grecia è solo una partita di giro contabile.'
Conclude poi Giuseppe Turani scrivendo: 'La verità, come si diceva all’inizio, è che questo è un braccio di ferro tutto politico fra chi vuole dare uno schiaffo alla Germania (ingraziandosi Obama e le minoranze populiste europee) e chi invece pensa che sia più saggio continuare così. E pretendere che la Grecia faccia un po’ di ordine in casa propria'.
Sarà così? C'è qualcuno che può spiegare la cosa in termini ugualmente comprensibili? Forse Tsipras ha capito e con quanto si accinge a fare lo dimostra.
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