venerdì, gennaio 13, 2017

La mia Sestri: una storia nella Storia – parte sesta

Parte sesta

In ogni comunità, paese, gruppo ecc. esistono personaggi che caratterizzano la vita che vi scorre all'interno. Sono persone che alimentano storie e a loro volta ce le fanno rammentare come elementi di continuità tra l'oggi e il passato.
Il mondo cambia si trasforma ma finché esisterà, ad esempio, il matto del paese, quel paese esisterà per tutti.
A Sestri Ponente abbiamo -come Hollywood- anche una Walk of fame, ovvero un 'cammino dei famosi'. Si tratta di Via Biancheri, la via dei portici sotto i quali, per iniziativa di Attilio Canneva (un personaggio anche lui) sono state affisse 48 formelle -una per colonna- che ricordano i sestrini 'famosi'.
Su YOUTUBE è possibile vedere un video dove lo stesso Attilio Canneva illustra il suo progetto.
Mi fa piacere ricordare qui alcuni di quelli menzionati nelle formelle di ardesia e terracotta che, come scrive Vito Elio Petrucci nella prefazione del libro sempre di Attilio Canneva, Noiätri -Personaggi sestrini del passato-, erano gente comune che hanno dato alla gente comune il coraggio di essere gente comune.

Luigi O Scultô, (Luigi Venzano 1885-1962) scultore e grande artista di Sestri Ponente: sue le statue che compongono il Monumento ai Caduti di Sestri Ponente in Piazza Monte Santo. Suoi anche molti lavori artistici nel Cimitero Monumentale di Staglieno, oltre che del cimitero I Pini Storti.
Rina di motti, (Caterina De Negri 1880-1978) venditrice di dolci in via Paglia (caröggio largo).
O sciô Diego, (Diego Bagnara 1900-1985) figlio di Giglio che si poteva incontrare sempre in giro per il negozio. Diego Bagnara era conosciutissimo anche come sportivo di primo piano.
O Celesia, (Federico Celesia 1884-1974) Il sinonimo di tassista per Sestri Ponente. La sua famiglia aveva iniziato con i tranvaietti tirati dai cavalli.
Marinin de Zena, (Teresa Castello 1875-1947)guaritrice, pranoterapeuta, esperta in medicamenti era riconosciuta non solo a Sestri. La sua specialità era aggiustare le storte.
O Lorenzini, (Cesare Lorenzini (1895-1982) simpaticissimo ciclista con il negozio-officina di biciclette in via Puccini. Chi in tutta Genova aveva la passione della bicicletta lo conosceva: un meccanico-ciclista veramente bravo.

Quindi non matti ma sestrini riconosciuti in ruoli che li hanno resi famosi. Anche in questo caso si tratta di ruoli innescati in un corpo vivo come cunei di linfa. Ecco, oggi è difficile nella nostra società globalizzata trovare quei ruoli. Chissà se il ricordarli aiuterà a non perderci; a risentirci gente comune tra i comuni.
In questa schiera di famosi io aggiungerei Ines Boffardi (1919-2014) che di Sestri Ponente fu protagonista per oltre mezzo secolo. Proveniente da una famiglia d’operai, decima di undici figli, ha sempre lavorato nella sua veste pubblica a contatto con la realtà quotidiana della sua gente. A Sestri ha risieduto per oltre 65 anni in una casa d'affitto in via Casati. Non aveva mai dimenticato la sua origine poverissima. E' stata partigiana e democristiana che nella rossa Sestri era stimata da tutti. Molti si rivolgevano a lei per ottenere aiuti e lei non dimenticava nessuno. Il presidente Sandro Pertini la chiamava 'Passionaria' e lei per Sestri lo era davvero.
Saputo che le colonne dei portici di via Biancheri sono 52 ci sarebbe proprio lo spazio per 4 personaggi...oltre che alla passionaria Ines io aggiungerei anche Fernando Botta- Hermes; un altro potrebbe essere Luigi Carbone uno dei Mille di Garibaldi nato Sestri Ponente il 20 giugno 1837, morto nel 1913. Fu un costruttore navale. Per finire ci sarebbe una figura di sindacalista anomalo, ma sicuramente uno degli uomini che più ha segnato il cambiamento del Ponente, quello che ha avuto come punto di svolta lo spegnimento dell'ultimo altoforno Ilva: Franco Sartori. Nato nel 1941 a Sestri Ponente è morto nel 1996. Franco Sartori fu il primo ad aprire il dialogo con le donne di Cornigliano, a colloquiare con i comitati, a parlare di rapporto tra ambiente e lavoro, in tempi nei quali in fabbrica chi si allontanava dalla difesa della lotta di classe era visto quasi come un traditore.

Quanto a me al Secolo XIX iniziai negli anni '90 anche a collaborare scrivendo e divenni giornalista pubblicista. Con l'avvento del web ci fu la possibilità poi di collaborare a diversi webmagazine – riviste su internet.
Con il prepensionamento dovuto al rinnovamento tecnologico divenni collaboratore di diverse case editrici e dopo aver presentato centinaia di libri e i loro autori pensai di scriverne qualcuno anch'io. Tutto naturalmente con l'intento del divertissement.
Sestri Ponente l'avevo abbandonata per il lavoro agli inizi degli anni '70. Mi capitò poi di passarci per andare al Centro Stampa di Multedo -dove Il Secolo XIX aveva costruito il suo nuovo stabilimento- o per andare trovare mia sorella o gli zii rimasti. Ma Sestri, come d'altronde tutto il mondo stava cambiando.
Pensate che vortice di cambiamenti è diventato il mondo. Questo centro Stampa di Multedo è durato solo 15 anni per poi essere abbandonato per un altro più nuovo (per la stampa a colori) a Bolzaneto; che dopo altri 15 anni è stato dismesso lasciando a casa molti poligrafici. Un vero peccato!
Una volta mi ritrovai nella libreria, allestita nel palazzo di Giglio Bagnara, per la presentazione del libro dell'amico Bruno Morchio, Rossoamaro. Un romanzo che ha e aveva per protagonista, insieme all'investigatore privato Bacci Pagano, Sestri Ponente. Là si muoveva una storia che saltava dal presente al 1944: un racconto avvincente che vedeva all'azione sigaraie, operai, partigiani, tedeschi...ma soprattutto luoghi che facevano sentire l'anima di Sestri. Nel leggerne alcuni brani mi commossi. Da una finestra vedevo dritto via Casimiro Corradi e un po' devo dire che uno struggimento particolare mi assalì. Ma là non c'era più nessuno da evocare...là c'era altra vita, c'era un altro mondo.
Sestri non era e non è più quella dei miei ricordi. La nostalgia non può cambiare nulla ed è giusto così.

Ci fu un momento che io e Anna decidemmo di acquistare casa. Pensammo subito a Sestri Ponente. La trovammo in via Sestri sul puntinetto...ironia della sorte era lo stesso caseggiato dove era nato mio papà e sul portone un citofono recava ancora il nome della sua famiglia: Boratto. Era un segno del destino? Il destino però mi aveva riservato qualcosa d'altro e oggi ne sono felice. Quell'appartamento non aveva il terrazzo di proprietà come mi era stato detto dall'agente immobiliare. Per me il terrazzo era importante. Una telefonata di una persona che non conoscevo mi aveva avvertito dell'inghippo un giorno prima della firma del preliminare d'acquisto. Pensai fosse stata l'anima di mio papà che mi fece avvertire. L'acquisto fu bloccato. Comprammo poi un appartamento in Carignano dove abito ancora: fu l'affare più importante della mia vita...avevo mancato il ritorno a Sestri e una fregatura. Meglio così.

Seguirà parte settima

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