domenica, aprile 09, 2017

Dove va il mondo? Alcune riflessioni partendo dalla filosofia di Emanuele Severino

Parte prima

Questa mia premessa vuole esemplificare un passaggio storico che si accompagna allo sviluppo tecnico dell'era digitale.

C'è stata una guerra fra ricchi e poveri e i ricchi l'hanno vinta. Inutile girarci intorno: la verità del mondo economico è questa. Oltretutto ha vinto anche l'economia sulla politica. Oggi comanda l'economia di mercato; oggi il mondo è dei ricchi. Quello che sta succedendo nel nostro mondo è quindi frutto del risultato della guerra fra ricchi e poveri. Se l'emigrazione di massa ha assunto dimensioni bibliche è perchè molte zone del mondo già povere si sono ridotte alla miseria. La vittoria dei ricchi ha affamato milioni di poveri e paradossalmente i rappresentanti dei ricchi hanno conquistato anche posti di potere politico...vedi Donald Trump negli USA o ancora Berlusconi in Italia. Ora quelli che vorrebbero fermare l'emigrazione, fermare lo spostamento delle persone dai paesi in guerra e nazioni alla fame, sono i principali responsabili della causa di ciò. Sono stati i ricchi e insieme le loro Nazioni, che hanno sfruttato le terre e fatto precipitare le povertà di quei popoli che ora scappano. Scappano da guerre fomentate dalle nazioni ricche e che ora non sanno come fermare i fuggitivi.

Chiaramente ci sono anche i poveri nei paesi ricchi, nei paesi dove vivono i cosiddetti magnati, ossia i detentori della ricchezza mondiale, ma questi avvertono la stessa paura dei vincitori ricchi. Insomma vedere arrivare dei nuovi poveri sottocasa allarma tutti. La guerra continuerebbe tra poveri e poveri...ma questo non è un bene neppure per i ricchi. Tutto questo in fondo poi si chiama Capitalismo, il responsabile della cosiddetta globalizzazione. Infatti per gli uomini esistono i confini, le frontiere, per i soldi no! I soldi si muovono come vogliono e così siamo passati da un Dio Trino ad un Dio Quattrino.
Riusciremo ad uscire da questa gabbia? Per alcuni filosofi tipo Emanuele Severino ed il suo allievo Umberto Galimberti la tecnologia -la Technè- metterà in crisi il capitalismo. La stessa tecnologia frutto del sistema esistente lo sovvertirà creando nuove schiavitù.

Io però penso che la tecnologia e il web, la Rete di internet, potrà essere utile all'umanità e servirà a rovesciare l'attuale economia. Non sarà solo un problema di redistribuzione della ricchezza prodotta, quanto della diffusione di una cultura nuova basata sulla condivisione della ricchezza, dei mezzi di produzione... in definitiva valori che ritornano al basso, alla base, al sentire universale. E' chiaro che con l'avvento della robotica bisognerà pensare ad una distribuzione della ricchezza e salari sociali o di cittadinanza dovranno prima o poi essere introdotti per alimentare il sistema dei consumi...insomma il potere del mercato ha bisogno di persone che diventino acquirenti consumatori; ma questo sarà solo un passaggio.

Nel frattempo c'è una vasta letteratura che prevede questo futuro postcapitalista. Con questo termine Postcapitalismo-Una guida al nostro futuro (ed. Il Saggiatore 2016) si titola un libro di Paul Mason che teorizza un mondo senza più il mercato così come concepito oggi. Nella presentazione del libro si dice: 'E mentre fra la popolazione serpeggia un senso di paura e rassegnazione, dalle tecnologie informatiche emerge la possibilità di una svolta radicale. La nuova economia di rete, fondata sulla conoscenza, mina infatti i presupposti stessi del capitalismo - riducendo la necessità del lavoro e abbassando sempre più i costi di produzione -, e i beni d'informazione erodono la capacità del mercato di formare correttamente i prezzi, perché se il mercato si basa sulla scarsità, l'informazione è invece abbondante. Nel frattempo, si sta affermando un nuovo modo di produzione collaborativo, che non risponde ai dettami del profitto e della gerarchia manageriale, ma ai principi della condivisione, della responsabilità reciproca e della gratuità.'.
Un mondo che vedrà il potere passare nelle mani della società civile. Il decantato lavoro vedrà un azzeramento per l'entrata in causa di macchinari robotizzati per cui i costi di beni e servizi saranno marginali.
Abbiamo poi la fine del lavoro (1995) e l’era dell’accesso (2000) di Jeremy Rifkin. La Wikinomics 2.0: ovvero la collaborazione di massa che sta cambiando il mondo di Tapscott e Williams (2007); la rapida e universale diffusione di Wikipedia, l'enciclopedia online a cui tutti possono accedere e collaborare liberamente, è diventata la metafora di un nuovo modo di concepire l'economia e il business: la wikinomics.
Howard Rheingold con il libro, Perché la rete che ci rende intelligenti (edizioni Cortina 2013): qui le competenze essenziali dell’autore serviranno per non farvi sommergere dal diluvio di informazioni ma aiuteranno a sviluppare tutto il potenziale dell’intelligenza collettiva in Rete. 'Nell’alfabetizzazione digitale sono in gioco conseguenze sociali e personali assai più rilevanti che non il semplice arricchimento individuale. Mettendo insieme i singoli sforzi, è possibile costruire una società più seria, attenta e responsabile: innumerevoli piccoli gesti, come pubblicare una pagina Web o condividere un link, se uniti fra loro, possono tradursi in un patrimonio di beni comuni che migliora tutti. Usare il Web consapevolmente può renderci davvero più intelligenti, come dimostra questo libro, scritto nello stile notoriamente brillante di Rheingold'.

Ancora Jeremy Rifkin con La società a costo marginale zero (2014), ovvero all’internet delle cose, all’ascesa del commons collaborativo e quindi dell’eclissi del capitalismo.
'In La società a costo marginale zero, Jeremy Rifkin sostiene che si sta affermando sulla scena mondiale un nuovo sistema economico. L'emergere dell'Internet delle cose sta dando vita al "Commons collaborativo", il primo nuovo paradigma economico a prendere piede dall'avvento del capitalismo e del socialismo nel XIX secolo. Il Commons collaborativo sta trasformando il nostro modo di organizzare la vita economica, schiudendo la possibilità a una drastica riduzione delle disparità di reddito, democratizzando l'economia globale e dando vita a una società ecologicamente più sostenibile. Motore di questa rivoluzione del nostro modo di produrre e consumare è l'"Internet delle cose", un'infrastruttura intelligente formata dal virtuoso intreccio di Internet delle comunicazioni, Internet dell'energia e Internet della logistica, che avrà l'effetto di spingere la produttività fino al punto in cui il costo marginale di numerosi beni e servizi sarà quasi azzerato, rendendo gli uni e gli altri praticamente gratuiti, abbondanti e non più soggetti alle forze del mercato. Il diffondersi del costo marginale zero sta generando un'economia ibrida, in parte orientata al mercato capitalistico e in parte al Commons collaborativo, con ricadute sociali notevolissime. Rifkin racconta come i prosumers, consumatori diventati produttori in proprio, generano e condividono su scala laterale e paritaria informazioni, intrattenimento, energia verde e prodotti realizzati con la stampa 3D a costi marginali...'.

Non dimentichiamo altri tipo: Michael Hardt-Antonio Negri su Comune-Oltre il privato e il pubblico (Rizzoli 2010).

seguirà una parte seconda.

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