martedì, gennaio 27, 2004

Giorno della memoria

Il 27 Gennaio di 59 anni fa, dei soldati sovietici arrivarono ad Auschwitz e liberarono i sopravvissuti di quel campo di sterminio; trovarono solo la parvenza di uomini: scheletri che vagavano tra il gelo e i morti. Quello che si presentò di fronte a quei soldati fu l'inferno in terra. Ancora c'è da chiederci come fu possibile tutto quell'orrore.
Da quel giorno altri orrori hanno continuato ad apparirci davanti in varie parti del mondo; sono continuati genocidi, guerre, massacri, terrore…Ancora c'è da chiederci se mai riuscirà l'uomo a non commettere più questi crimini.
Io penso di no. Io penso che rimanga ancora forte il richiamo di Annah Arendt su la banalità del male; sulla possibilità che innumerevoli uomini in nome di un credo, di una propria infatuazione, nella normalità di un vivere conformista e di asservimento al potere (qualunque potere) possano tornare a vestire l'uniforme di carnefici, di boia sotto le spoglie di perfetti soldati, bravi impiegati e gentili casalinghe. Tutto nel nome di qualche nuovo leader, condottiero, capopopolo che pensi per loro, per noi e per tutti.
La memoria di quel giorno mi auguro allora che divenga il pensiero di una consapevolezza di essere noi i primi possibili assassini della civiltà umana. Quella capacità del male assoluto è sempre alla nostra portata; è sempre presente in ognuno di noi quando smettiamo di interrogarci e di contattare la nostra intimità umana: quel nocciolo divino che parla solo d'amore.

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