lunedì, agosto 01, 2005

triste finale

C’è un dato che appare incontrovertibile sulla fine del berlusconismo, che è avvertito non solo da qualcuno del Polo di centrodestra, come Follini, ma da molti italiani, la sparizione dei berluschini; ovvero quella numerosa specie di imitatori-investitori del modello doppiopetto-ridens.
Una volta mi capitava spesso di incontrarli per le vie del centro della mia città, che per la verità ne contava solo un 20%, questi uomini d’affari dai tratti comuni, vestiti di grigio, cravatta regimental, abbronzatura perenne; ora sembrano spariti. Questi berluschini spavaldi sostenevano: ‘ce la faremo vedere noi ai comunisti!’, che cosa dovessero fare vedere esattamente non lo so, e poi a quali comunisti? Ai rifondaroli che con la diaspora sono appena il 9%? Tutti gli altri italiani penso ormai sappiano come non si possa prescindere dal libero mercato. Allora? Allora semplicemente con i sogni di facile ricchezza, di miracoli annunciati, di liberi tutti, per fregare il prossimo (euro o non euro) si ritrovano ora tutti ridimensionati al punto che:’forse un po’ di sano comunismo non guasterebbe’.
L’unico che si è arricchito in Italia a scapito di tutti è lui: il capo. Le leggi sul conflitto di interessi hanno sancito un monopolio che gli permette di non avere concorrenti: esiste qualche privato che raccoglie la pubblicità sulle televisioni al pari di lui? Ora si è accaparrato anche il calcio.
Alla fine i conti si fanno non su le ideologie, ma con la realtà economica della vita quotidiana. Poi con la paura incombente di attentati terroristici, a cui la politica di Bush e dei suoi seguaci ci ha esposto, c’è sempre meno da ridere. Il tempo delle barzellette è finito. Gli stessi plaudenti e osannanti il barzellettiere, si stanno allontanando.

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