Con quelle facce un po' così...
Con quelle facce un po’ così e quell’espressioni un po’ cosà, che hanno loro per chiederci il voto…a vedere i manifesti elettorali mi viene in mente una canzone di Paolo Conte. Da ormai parecchio tempo il faccismo ha preso il posto dei proclami elettorali. In occasione del voto si affacciano sulle strade e marciapiedi migliaia di faccioni; sono quelli dei politici che chiedono il voto: lo fanno mettendoci la faccia e sperando di salvarla…noi speriamo di non rimetterci qualcosa d’altro.Oggi le campagne elettorali, nella nostra breve e caotica democrazia, sono diventate post-moderne; dopo le ruspanti degli anni ’50, cui è possibile chiamarle anche pre-moderne, e quelle degli anni ’80 definibili moderne.
Ma per cosa si fanno le elezioni? Per vincere? Per recuperare? Per affermare le candidature? Per informare e mobilitare? Per imporre un tipo di società? Un po’ tutto questo, e un po’ niente. Oggi si favorisce un processo di individualizzazione della proposta politica che porta a presentare facce, cui segmentare programmi, strategie e obiettivi. Poi ci sarà sempre la macchina partito a veicolare i ruoli. Intanto vale la faccia. Sembra.
Così il faccismo è diventato una malattia e guarirla ormai sarà difficile.
Tutti hanno diritto ai 5 minuti di celebrità e con il manifesto, o magari l’apparizione televisiva, si prova a diventare famosi…ma di che? In fondo la faccia è quella che riconosciamo subito e inquadrando la questione in un contesto di analisi transazionale psicologica possiamo dire che le carezze per la conferma d’esistenza arrivano. Sì, per molti mostrare la faccia sui manifesti è l’occasione per farsi riconoscere al di là del condominio. Per qualcuno forse anche solo in quello. Le facce che vediamo sui tabelloni elettorali sono le più diverse. Abbiamo quelle dei già visti e quelle sconosciute. Tutti però tentano un approccio preciso; c’è il piacione, l’ispirato, il deciso, il gaudente…c’è anche chi appare come stesse guardando la Madonna del Traffico. I più però sono inseribili nella categoria: ‘Chi l’ha visto?’. Allora coraggio.
Un amico candidato mi ha scritto dicendomi che questa malattia, che porta a scrivere prima ai parenti e agli amici, poi ai conoscenti, ai colleghi di lavoro, ai vicini di casa, ai semplici passanti e, nella sua forma più grave, porta il candidato ad affiggere la propria effige sotto forma di "santino" sui tergilunotti
delle auto parcheggiate nel vicinato, per poi scaturire in megaposter - a seconda delle possibilità economiche- cesserà il giorno 28 maggio 2007. Forse. Poi ci sarà il dibattito, la comparsata televisiva, l’interpellanza consiliare…e molte facce rimarranno, questa volta alla faccia nostra.
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