L'ospite inatteso
Ieri ho visto il film ‘L’ospite inatteso’. Un bel film che racconta in modo semplice e pacato la storia di un professore, Walter Vale, che vive monotonamente e solo in una università del Connecticut. La vita di questo grigio personaggio, interpretato da Richard Jenkins, che potrebbe rappresentare gli States di oggi, viene animata dall’insediamento abusivo nella sua casa di New York da una coppia di clandestini: lui, Tarek, siriano e lei Zainab, senegalese.L’amore per la musica lo farà affezionare a Tarek e lo porterà a suonare il djembe un tamburo africano. Lui, Walter Vale, si ostinava a suonare il pianoforte, anche per ricordare la moglie pianista morta. L’arresto di Tarek come immigrato irregolare, dopo un contatto incidentale con la polizia in metropolitana, lo fa finire in un centro di detenzione nel Queens. Il suo fermo è una vera e propria prigionia. L’arrivo della madre del ragazzo, Mouna, rinnova l’amicizia e l’impegno di Walter per Tarek, per farlo uscire…non ci riuscirà e alla fine i due siriani lasceranno gli USA. Un film che denuncia la fine del valore dell’accoglienza e della libertà che ha fatto grande e forte l’America del nord; anzi con lo spirito di libertà e accoglienza è nata la nazione stessa. Un messaggio forte e triste a testimoniare il cambiamento che è avvenuto negli USA dopo l’11 settembre 2001. E’ anche la metafora della fine di un sogno, la parabola della caduta di una civiltà. Un bel film di Tom McCarthy, per 4 attori perfetti: Richard Jenkins, Haaz Sleiman(Tarek), Danai Jekesai Gurira (Zainab), Hiam Abbass (Mouna).
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