Auguri diversi
‘Quando la fame si fonderà con la noia e la disperazione con la rabbia, quando i rabbiosi del mondo intero saranno tutti uniti, allora non potrai neppure sparare perché sparerai su di te. La divina collera dei poveri è profezia sempre in agguato!’. Così terminava di parlare il quinto gufo, nella Grande Notte, nell’opera teatrale di Davide Maria Turoldo: Gufi come angeli.Quella Grande Notte non è quella di Natale, è quella del mondo prigioniero di un potere oppressore dell’umanità. Un mondo che si è perso e non riconosce più niente. Per noi si spera ci sia un’altra Grande Notte in cui guizzino milioni di stelle che facciano respirare l’infinito e sentire il pianto di un bambino fragile, indifeso, con il volto di ogni povero: è la notte del riscatto, la notte del Natale.
Ho citato Padre Davide Maria Turoldo perché quest’anno ho letto un suo piccolo libro, Profezia della povertà, che ho trovato davvero profetico. Questo prete, filosofo e poeta sosteneva che lo spirito di povertà è quello che salva il mondo. I rapporto tra gli uomini dovrebbero essere improntati sullo spirito di povertà, così come la stesa economia. Una povertà da intendere soprattutto come libertà dalle cose; povertà non come miseria, ma come rifiuto della brama di possesso. L’uomo perciò sia apprezzato non per quello che possiede, ma per quello che è.
Con l’attraversamento della attuale crisi forse saremo obbligati a riscoprire lo spirito di povertà: uno spirito che guardi all’essenziale, ai valori veri. Sperando che non si avveri la profezia della divina collera dei poveri, ma solo quella di assumerne lo spirito; chissà allora se usciremo dalla crisi come persone migliori. Tanti auguri a tutti e benvenuta crisi.
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