lunedì, aprile 29, 2013

Scrittrici porno e identità sessuali


Si è concluso il 21 aprile scorso, per la manifestazione La Storia in Piazza, il tema che trattava delle identità sessuali. Molto interessante con importanti testimonianze fra cui quella di Erica Jong, autrice di Paura di volare che alla sua uscita negli anni del femminismo fece gridare allo scandalo. Se c'è stata una rivoluzione vera in questo secolo passato è proprio quella femminista che, se non si è concretizzata con il pieno riconoscimento delle donne, almeno è servita a far prendere coscienza a milioni di uomini e donne della parità di diritti. Quella rivoluzione incompiuta è diventata permanente. Io vorrei inserire una riflessione sulle identità sessuali collegandomi alla letteratura porno e in generale a questo fenomeno che continua in modo esponenziale anche per mezzo dei nuovi media. Io ho sempre presente un detto di Pitigrilli che recitava, Il pudore delle donne è un'invenzione degli uomini, ora vedendo il successo nell'ambito letterario porno, per non dire cinematografico, delle donne possiamo sostenere che le campionesse del genere siano loro. La fantasia sporcacciona delle signore batte quella dei signori maschi. Il femminismo pare lontano: quella rivendicazione della gestione del proprio corpo, pare dimenticata. Io ricordo lo slogan gridato in piazza dalle femministe: Il dito, il dito, orgasmo garantito... D'accordo il diritto delle donne verteva su aborto, pillola, lavoro, ma anche per una emancipazione della sessualità più libera, che oggi però troviamo impadronirsi di strumenti maschili. Nella letteratura da sempre le autrici femminili sono state campionesse: chi non conosce i romanzi cosiddetti erotici come Histoire d'O di Pauline Rèage, Il delta di Venere di Anais Nin, Le età di Lulù di Almudena Grandes, e il già citato Paura di volare di Erica Jong? In questi ultimi dieci anni per arrivare ai libri recenti delle sfumature, siamo passati per Scopami di Virginie Despentes e dalle nostre varie Melissa P., Pulsatilla ecc. senza scordare quella che per me è la più grande: Una Chi (Bruna Bianchi) di cui ho parlato su mentelocale.it Per le identità sessuali, si sostiene che le donne siano in fondo poco interessate alla pornografia e non è per pudore o moralismo ma perché quello che fa ansimare gli uomini annoia le donne. La pornografia è ripetitiva, meccanica, con organi sessuali enormi variamente e insensatamente congiunti. Le donne hanno bisogno di una storia che ecciti prima di tutto la fantasia, che racconti di dedizioni, sottomissioni, punizioni, promiscuità imposta, non per sesso ma per amore. Le donne devono crearsi per il sesso una storia...e un'amica mi ha detto 'vivaddio che è così, diversamente saremo sempre a copulare in ogni angolo di strade e di uffici. Saremo sempre ad accoppiarci'. Forse ha ragione. Ma l'uomo è così gretto? E' proprio così?

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