Festa di Liberazione
Per la Festa della Liberazione, per il 25 aprile ci viene chiesto anche un atto di memoria, di ricordo per una data che ha ridato all'Italia la libertà. Molti hanno bisogno di ritornare su quei sentimenti di unità antifascista, ma per me non c'è solo la componente ideale di un percorso politico, che ha portato poi l'Italia a costruire una democrazia attraverso la Carta Costituzionale. Per me esiste sempre una ragione profonda dell'anima, per cui il fascismo non è solo un movimento politico, ma rappresenta il più grave attacco alla trascendenza umana, alla sua capacità di evolvere e costruire un mondo migliore.
Il fascismo è uno stato dell'essere che spunta fuori in ognuno quando si dà voce all'egoismo, al sentimento di superiorità, alla crudeltà che risponde alla parte arcaica della bestia diventata uomo e viceversa.
Per la memoria io ricordo quando nei primi anni '90, con l'avvento di Forza Italia e la costituzione politica di quel fenomeno culturale che prende il nome di berlusconismo, si voleva cancellare la Festa del 25 aprile: festa di divisione si diceva, festa di una sola parte; festa che non aveva più senso. Ecco quei personaggi che l'affermavano sono diventati i maggiori responsabili del degrado politico in cui siamo caduti. Non esiste più una vera classe dirigente e l'Italia si trova divisa come non mai. Ora si dovrebbe trovare, secondo molti, un comune senso di responsabilità per uscire da questa grave situazione economica, politica e morale...ecco, la festa del 25 aprile potrebbe essere un momento nuovo. Potrebbe? Poteva. Io ho visto che l'antifascismo come elemento di unità ideale, oggi manca. Nelle pance di molti italiani è sempre forte la spinta al fascismo e lo si riscontra nella ricerca di un condottiero, di un leader, di un papà - che se poi fa anche il papi va bene lo stesso.
Ecco che il dramma deve ancora consumarsi. Per la liberazione dobbiamo sempre per forza passare per una piazza Loreto?
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