mercoledì, novembre 05, 2014

Il piccolo fascista che alberga sempre nella natura umana

Viviamo momenti difficili, momenti di straordinaria crisi, da cui una volta - ma non è detto che non possa succedere anche oggi- si usciva con guerre o dittature.
Ritornare ad esperienze del passato è facile ed il motivo è anche semplice: tutti conserviamo in noi un 'piccolo fascista'. Alberga nella nostra natura un sentimento di conservazione che ci tiene legati al sangue, alla tribù e rappresenta l'ostacolo più forte all'evoluzione umana. L'ingordigia e la violenza dell'uomo delle caverne, che avevano un senso per superare le difficili condizioni di vita di quei tempi, sono giunte fino a noi attraverso quel piccolo fascista, trasformando l’egoismo in crudeltà.
Per questo bisogna ricordare che il fascismo, come il nazismo, non sono soltanto fenomeni politici, ma sono anche il disperato tentativo di fermare la volontà di andare oltre: prefigurare un mondo migliore. Sono forme di disumanità. Quel dittatore o leader politico che sarà capace di estrarre il piccolo fascista da ognuno facendogli svolgere il suo ruolo sociale e a recitare la sua parte, riuscirà a far ripetere la storia degli orrori passati.
Che fare? Teniamo gli occhi ben aperti facendo attenzione a chi si professa guida infallibile, padre, duce...tutto naturalmente dopo aver dato uno sguardo attento dentro di noi.
Ippolyte Taine- filosofo, storico e critico letterario francese, che riduceva la psicologia a fisiologia, faceva discendere tutto a fattori deterministici dettati dalla Natura. Taine ricordava: 'la zoologia ci mostra che l’uomo ha i canini; stiamo attenti a non provocare in lui l’istinto carnivoro e feroce. La storia mostra come gli stati, i governi, le religioni, le chiese e tutte le istituzioni sono i mezzi grazie ai quali l’uomo (animale e selvaggio) acquisisce la sua piccola parte di ragione, giustizia e verità. Così si creano le civiltà: una mano di vernice sottilissima, sotto la quale si trovano intatti gli istinti e le passioni primitive dell’animale uomo. (Lombroso)'.
Ancora Ippolyte Taine: 'Dentro di noi c’è sempre un selvaggio, un pazzo addormentato e incatenato sempre pronto ad uscire dalla caverna del nostro cuore. La normalità diventa il risultato di una costante allerta contro le latenti potenze di disgregazione. Come la malattia è sempre pronta ad intaccare il corpo; così la follia è pronta a impossessarsi dello spirito'.

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