venerdì, luglio 25, 2003

Vecchi quando?


Quando è che siamo vecchi? Non dico anziani o di età avanzata, dico proprio vecchi. Io penso che siamo vecchi quando vogliamo dare agli altri insegnamenti della vita perché pensiamo di averli ricevuti e allora giù a trasmettere consigli accompagnati da censure, disprezzi, giudizi negativi e ..."hai miei tempi...". Ecco questo è uno dei segnali più riconoscibili: i miei tempi; quelli si sa sono solamente i tempi passati che, poi statene certi, diventano nella discussione i tempi meteorologici. E allora ogni volta non ha mai piovuto così tanto, mai fatto così freddo o così caldo. Comunque quello passato è il vero tempo così si ritrova con quello che è vecchio veramente e quel modello di saggio, forse perseguito, cade e si è solo rincretiniti. Si è pronti a lasciare il posto ad altri vecchi come noi, poiché la nostra saggezza non l'abbiamo trasmessa ma solo aspirata e ora "spira" con noi.
Eppure si può essere vecchi in modo diverso, non per l'illusione di aver raggiunto la saggezza, ma per aver raggiunto la libertà. Non più ruoli o maschere da portare; si ci può mostrare così come si è: impudenti, sfrontati, senza modelli da perseguire. Liberi, appunto. Possiamo permetterci di stare fermi, immobili poiché si ci accorge che anche il tempo rallenta come lo scorrere dei passi. Allora si può essere saggi seguendo quello che ci dice l'anima, un'anima senza età, che non conosce date, oroscopi, orologi ma che ci chiede di lasciarci andare, di ascoltarla e seguirla...Là dove tutto acquista un nuovo sapore, là dove in fondo è tutto più bello e pieno: la vita diventando breve dà più profondità al possesso e la libertà di amare ci trasporta nell'eternità. Questa dovrebbe essere la vecchiezza: una diversa giovinezza, una diversa età della vita.

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