mercoledì, febbraio 02, 2005

Dopo Auschwitz

Dopo Auschwitz, dopo quello che sembrava inimmaginabile e incomprensibile, dopo tanto dolore e terrore, c’è sempre da interrogarci se si sia ripresa la strada dell’evoluzione umana o semplicemente si continui il racconto che ci vede sempre uomini mediocri e insieme povere canaglie.
Hannah Arendt indicava nella struttura del potere, in quella ragnatela di competenze delegata a mediocri impiegati e uomini senza pensiero, la componente del male del XX secolo. ‘Gerarchie e poteri paralleli venivano estesi in maniera confusa e intricata così che ognuno gestiva da buon servitore il suo ammirato capo superiore: Hitler o Stalin’.
Ma poi, per Freud, abbiamo una specie di condanna a scontare traumi infantili, madri castranti, cattiverie e repressioni puberali; per cui pessimisticamente l'uomo è un animale cattivo e crudele che continua una storia di assassini, di morte, che riportano ad un parricidio: il peccato originale. Una colpa primordiale. L'uomo uccide sempre, e al di là di nemici individuati con diverse bandiere, come necessità di sopprimere il padre. Il cristianesimo per questo ci aiuta facendolo uccidere da "altri"; dagli ebrei appunto.
Insomma, se quelle energie bestiali, che hanno portato a dare forza e potere a Hitler e Stalin, erano naturali, allora tutto è frutto dell’imbecillità. Era quello che fa dire a San Paolo:" Io non faccio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ma se faccio quello che non voglio, non sono io a farlo ma la forza del peccato che abita in me". Quel peccato è l'imbecillità, quella bestia che si rigenera ad ogni nascita e ci fa bambini crudeli, egoisti, gelosi; ancora appunto.
Così obbligati a crescere, ci nascondiamo dietro a Ragione e Volontà: veli che si alzano al primo soffio di vento smascherando la Ragione come ideologia e la Volontà come potere. Quindi dov’è l’evoluzione?
Esisterà una evoluzione collettiva che ci metta al riparo dal ritorno di quel male commesso in passato? Penso di no; eppure la stessa Hannah Arendt con la sua analisi - uomini senza pensiero -indicava anche un antidoto.
Hanna Arendt ci aiuta a comprendere allora come il "decalogo" del Dio unico da opporre al male, fosse ben poca cosa contro la forza conosciuta di un Hitler o uno Stalin. La vera forza del male è nell’esercito degli sgherri, dei gregari, adulatori, sudditi fedeli, è il dovere: il non pensiero. Riusciremo allora a trasmettere con un circolo virtuoso il pensiero? La critica e l’introspezione? Buona ricerca a tutti. Poi chissà…

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